di Daniele Santi
Il segretario della Lega Matteo Salvini, in odore di detronizzazione – se dovesse perdere le elezioni del 12 giugno sentirete il botto – ha reso noto che non andrà più a Mosca, come se non l’avessimo già capito da soli, e che lo ha “deciso insieme ai vertici della Lega” anche se ci sono ragioni pe ritenere che la Lega abbia “caldamente consigliato” al suo segretario di starsene a casa.
Da parte russa continuano ad arrivare nemmeno troppo velate minacce all’Italia: i maggiori quotidiani ipotizzano che tra le possibili azioni di Putin e della sua cricca contro l’Italia ci siano informazioni riservate da divulgare che possano avere a che fare con “la moralità di certe figure politiche” del nostro paese (ci starebbe una battuta, ma oggi non ne abbiamo voglia), che non sarebbe poi questa grande e sconvolgente novità, avendo la classe politica di questo paese abituato i suoi cittadini a qualsiasi cosa.
Così a Salvini tocca scendere dal pero e, a margine di eventi elettorali in Friuli Venezia Giulia e in terra triveneta con Zaia al seguito (o al seguito di Zaia, fate voi) dove le piazze sono per metà vuote, eccolo comunicare ai maggiori quotidiani di lingua veneta di avere deciso di non andare in Turchia né in Russia per i millantati incontri con mai identificati “vertici istituzionali” che non ricevono, in casi come questi, segretari di partito un po’ in difficoltà, ma ministri o primi ministri in carica. Ora immaginiamo che il rospo da ingoiare sia indigesto, ma Salvini se ne farà una ragione e, statene certi, riuscirà nuovamente a inventarsi un effetto speciale presunto, con i quale tentare disperatamente di stupirci di nuovo – nel frattempo dovrà vedersela con elezioni, referendum e con Meloni che gli sta rapidamente erodendo il consenso (fino al prossimo partito unipersonale che lo eroderà a lei, succede ai leader che sono immensamente più popolari del loro partito e Meloni non fa differenza).
Ecco dunque, in un breve riassunto, l’ultima giornata sulla graticola dell’ex ministro dell’Interno che affogò in un mojito e che riesce persino a dire che Di Maio non sa lavorare – per inciso il piano di pace italiano è stato rifiutato dagli USA, i Russi non hanno mai nemmeno confermato di averlo letto). Nel frattempo Salvini, preghiamo leggere le dichiarazioni in parte riportate dal Corriere, continua a dire le stesse identiche cose che dice dal 2018 quando, terzo partito alle elezioni, la Lega venne raccolta dal M5S per il governicchio balneare – letteralmente – che vide cadere Salvini che chiedeva pieni poteri dalla località balneare, sull’onda del 32% della Lega nei sondaggi (corsi e ricorsi storici: la Lega erodeva consensi al M5S dicendo le stesse cose a voce più alta, e ora FdI erode consensi alla Lega con la stessa tecnica. La vita è una troia)… And then you die.
(4 giugno 2022)
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