di Daniele Santi
Non è che poteva dire “Non è come un mojito al Papeete” con tutti i guai che gli ha portato. Dunque ecco rientrato il viaggio in Russia dell’ex ministro dell’Interno, strombazzato dalla premiata ditta Leghisti & Salvini sempre più sull’orlo del baratro. Sono bastate due dichiarazioni della presidenza del Consiglio e della Farnesina che dichiaravano di non sapere nulla e di non essere informati sul viaggio del segretario leghista verso Putin per fare rientrare la questione.
Salvini, il segretario leghista del quale il candidato sindaco di Catanzaro, il civico, Valerio Donato sostenuto da Lega e Forza Italia ha detto “Non salirei sul palco con Salvini”, e che quindi in Calabria non s’è visto, con la sua Lega al 15% secondo i sondaggi, ha così dovuto fare l’ennesima precipitosa marcia indietro: a Russia ad incontrare Putin anche “a piedi se è necessario” [sic] non ci si va più.
E certamente lo spirito neofrancescano della destra convertita alla pace dopo il “bombardiamo i barconi” di appena poche stagioni politiche fa – tutte durate non più di qualche settimana – ne subirà una frustrazione magnissima mentre ormai al segretario leghista che annuncia una roba nuova ogni quattro ore, perennemente in campagna elettorale, non credono più nemmeno i suoi elettori. Basta dare un’occhiata ai commenti dei leghisti sul profilo del segretario leghista.
(28 maggio 2022)
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