di Giovanna Di Rosa
Berlusconi torna in campo contro il comunismo [sic] e coglie l’occasione per lanciare il suo slogan pro-Putin “L’Ue convinca l’Ucraina ad accogliere le richieste di Putin”, poi le cose cambiano in fretta, da quelle parti lì, Gelmini punta i piedi, c’è il solito baito interno e quindi il dietro-front del capo supremo che ne approfitta per rispolverare le sue teorie astruse sul comunismo, tra le più divertenti mai sentite.
Succede nella convention di FI a Napoli dove Berlusconi riparte dal 1992 accusando senza accusare di “essere stato buttato fuori dal Parlamento” – e sono proprio le sue destre, guarda un po’, a proporre l’abrogazione della legge Severino che ne impedisce la rielezione attraverso i referendum di giugno, che non raggiungeranno il quorum. E’ il solito show dell’ex cavaliere che si presenta, ultraottuagenario con bionda al seguito – quella del finto matrimonio – a rinverdire le gesta del partito che dal 1992 promette tutto e non fa niente, insieme ai partiti delle destre sdoganate che stanno lì e continuano a vincere solo nei sondaggi.
Uno spettacolo che racconta alla politica italiana tutta le ragioni per le quali questo paese non avanza di un centimetro preda di parole al vento, racconti fantastici, pregiudizi opportunistici, attenzione al passato perché rivolgersi al passato e alle paure di ottuagenari sull’orlo del baratro è l’unica maniera per rimanere vivi. Naturalmente il Governo Draghi lo ha voluto Forza Italia, e il partito sente molto “l’impegno per il Sud” perché pare che al Nord non riscuota gli stessi successi. Ecco dunque il Berlusconi del 2022 fotocopia di quello del 1992. Le conclusioni, anche elettorali, sono tutte lì: basta vederle.
(21 maggio 2022)
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