di Daniele Santi
Dopo numerosi giorni di discussioni non certamente semplici, le sinistre francesi non sono più una contro l’altra, ma si presentano insieme e unite – fino a quando non si sa – alle elezioni legislative del 12 e del 19 giugno prossimo: i partiti Europe Écologie-Les Verts (EELV), Parti communiste (PCF), e il Parti socialiste (PS) attendevano la loro riunione del 5 maggio per convalidare l’adesione alla coalizione di sinistra che spariglia le carte Oltralpe e presenteranno candidati e programmi comuni nelle 577 circoscrizioni elettorali chiamate al voto.
Saranno quindi i risultati a stabilire se si è trattato di una virata a sinistra di portata storica o se poteva andare meglio, anche se l’accordo raggiunto è già storia, considerando come andavano le cose fino a tre settimane fa. Jean-Luc Mèlenchon, già sottilmente accusato di filo-putinismo, potrà così testare la sua forza dopo il quasi 22% delle presidenziali, e il 4,63 % di Yannick Jadot, il 2,28 % d Fabien Roussel (PCF) e l’1,75 % attenuto da Anne Hidalgo.
(5 maggio 2022)
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