di Giancarlo Grassi
Parlando con i giornalisti nell’immediato post-incontro con la ministra della Giustizia, il leader leghista di Prima l’Italia che è poi sempre leghista, ha reso noto di volersi sedere a un tavolo “non sui giornali, con Conte, con la Meloni, con Berlusconi, con Letta, con Renzi, con Draghi” per ragionare “di pace” chiedendosi retoricamente se “l’Italia può essere avamposto di pace? L’Italia può essere il Paese che promuove un messaggio di pace?”.
Noi più umilmente ci chiediamo, essendo Salvini al governo con tutte quelle persone che cita chiedendo loro di sedersi al tavolo, come mai senta la necessità di comunicare questa sua “voglia di pace” ai giornalisti anziché fare i passi necessari nelle sedi che abita e dove incontra tutti coloro che vuole incontrare a un tavolo e poi, eventualmente, parlare ai giornalisti dopo avere stabilito tavolo, ora, giorno e ordine del giorno?
E perché sull’invio di nuove armi in Ucraina, Salvini manifesta perplessità coi giornalisti, nonostante l’invio sia stato prima votato in Parlamento e approvato all’unanimità, con una data ultima (31 dicembre 2022) – la Lega è forza di governo, al pari di tutte le altre.
Sembrano più i conosciuti esercizi di presenzialismo che politica vera.
(28 aprile 2022)
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