di P.M.M.
Scorrendo la lunga fila di post che il leader leghista regala dal suo profilo Twitter, ora in pieno orgasmo per l’acquisto del social dell’uccellino da parte del buon Musk, si assiste ad una lunga sequenza di cose che la Lega fa (o farebbe) o starebbe per fare, a avrebbe già fatto; poi nella politica reale, quella che vediamo quotidianamente, l’unica traccia che rimane della Lega di Salvini sono le scorribande del segretario utili solo alla sua visibilità personali.
Certo assistiamo anche alla nascita di quel #Primalitalia di cui avevamo già parlato, ovvero del tentativo leghista-salviniano di mettere all’angolo Meloni e di dare quella certa parvenza di incrollabile unità alla destra con ben cinque candidati differenti per Palermo, ancora nessun accordo a Messina (centrodestra sottosopra), e la Lega inchiodata da settimane sotto il 16% nelle intenzioni di voto degli Italiani, addirittura sotto il risultato reale del 2018.
Nella la lunga lista di post spicca quello sulla legge “Droga zero”, che rimanda a tristi vicende interne tutte leghiste, ormai ampiamente archiviate perché la politica del tritatutto, per l’appunto, trita tutto così da dimenticarlo prima, legge proposta dalla Lega della quale non è che si faccia tutto ‘sto gran parlare sugli organi d’informazione.
Legge “Droga Zero”: parte al Senato la proposta della Lega. Più strumenti alle Forze dell’Ordine e maggiore severità delle pene per chi spaccia. Per noi la droga è morte.
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) April 26, 2022
La colpa è sicuramente della de-salvinizzazione e dei pregiudizi contro la Lega che noialtri dell’orribile stampa comunista al servizio delle dittature [sic] stiamo operando per evitare che le geniali intuizioni leghiste possano avere un seguito sotto forma di legge: nessuno di noi sta in parlamento, moltissimi di noi non sono comunisti e nemmeno lo sono stati in passato, al contrario di certi leghisti oggi contro la droga e ieri per la legalizzazione della marijuana, ma si tratta di un dettaglio irrilevante.
Ciò che sappiamo è che nonostante l’iperattivismo social del segretario leghista, nonostante le buona ambasciate del Berlusconi Silvio da Arcore, la stella salvinista sembrerebbe definitivamente sul viale del tramonto: non vince un’elezione, non azzecca un pronostico, punta sempre sul cavallo sbagliato, si è mangiato un patrimonio di consensi invidiabile, non condanna l’invasione dell’Ucraina da parte di Putin e, addirittura, a Genova e in Sicilia è costretto a togliere il suo nome dal logo del partito a favore di #primalitalia o di un inquietante – per lui – Lega con Bucci in terra ligure.
(27 aprile 2022)
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