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Il segretario del PD, Enrico Letta: “Serve una Confederazione Europea”

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di Daniele Santi

In una intervista al Corriere il segretario del PD Enrico Letta ha lanciato la proposta di creare “subito una Confederazione europea, composta dai 27 Stati membri, dall’Ucraina e da Georgia e Moldavia, e poi da Nord Macedonia, Serbia, Montenegro, Albania, Bosnia e Kosovo. L’Ucraina e gli altri Paesi in attesa potrebbero partecipare alla vita pubblica europea e avere soggettività in uno spazio politico e strategico comune. In parallelo proseguirebbe il percorso ordinato di adesione alla Ue. La declinazione più concreta di questo modello sarebbero le riunioni dei Consigli europei che dovrebbero essere immediatamente seguite, con grande forza simbolica, nello stesso luogo, dal summit dei leader della Confederazione. In passato si scelse altrimenti e tutto si complicò. Non andò come ci si aspettava ed emerse la complessità di una operazione che in un colpo solo avrebbe raddoppiato il numero dei Paesi membri e trasformato il modo di essere dell’Unione. E fu solo grazie alla determinazione della Commissione Prodi che il processo giunse a compimento. La scelta era opportuna: le vicende di queste settimane e ancora prima la storia di nazioni da sempre esposte a tentativi di egemonia e dominazione conferma quanto sia stato importante comunque riuscire nell’allargamento”.

In un momento storico di grande difficoltà, riprendendo molte delle azione che l’UE ha lasciato (o dovuto lasciare) in sospeso, Enrico Letta è tra i pochi leader politici italiani che vuole con lucidità guardare al progetto europeo e al suo rinnovamento versus le destre sovraniste italiane preoccupate, in questo momento, delle loro candidature alle amministrative, quelle candidature che secondo Salvini dovevano essere pronte nel dicembre 2021, e a non recidere i legami con i sovranisti filoputin legati mani e piedi al gas russo.

Letta  si è poi soffermato sulla guerra scatenata da Putin ricordando che “l’Ucraina si è candidata a entrare nell’Ue. Da Bruxelles e dalle altre capitali europee questa aspirazione è stata incoraggiata senza indugi” citando il richiamo del presidente del Consiglio, Mario Draghi, al “valore dell’autodeterminazione del popolo ucraino”. Secondo Letta è “giusto aprire le porte all’Ucraina e ad altri Paesi dell’Est che hanno la stessa aspirazione di libertà e democrazia” ma evitando di cadere nella trappola di sottovalutare la complessità dell’adesione è quindi passato alla proposta di creare da “subito una Confederazione europea, composta dai 27 Stati membri, dall’Ucraina e da Georgia e Moldavia, e poi da Nord Macedonia, Serbia” – ci permettiamo di essere in disaccordo con la proposta di avere la Serbia tra i partner euopei, almeno per come stanno le cose ad oggi – “Montenegro, Albania, Bosnia e Kosovo”. Secondo Letta la Confederazione europea sarebbe il luogo del dialogo politico tra i 36 paesi membri e potrebbe essere quella la sede all’interno della quale si potrebbero “concordare scelte comuni” e dove si “affinerebbe la capacità di definire insieme strategie globali, a partire dalla difesa della pace, dalla sicurezza, dalla promozione di un modello di sviluppo giusto e sostenibile e dalla lotta al cambiamento climatico” caricando di “forza, anche simbolica, l’unità del continente”.

L’intervento sul Corriere, articolato e interessante, è uno dei pochi articoli letti negli ultimi tempi nei quali un leader politico italiano si esprime a questi livelli su proposte di respiro europeo e nazionale che vadano al di là della vittoria di Macron Le Pen, il finanziamento a quest’ultima da una banca russa – in piena trasparenza – o la possibile candidatura di Orsini nel M5S perché si perde sempre e solo il pelo, il vizio mai. Fare politica ad alto livello è possibile e leggeremmo volentieri interventi di questo livello anche dalle altre forze politiche italiane, anche da quelle di destra se solo sapessero uscire dal decimale in più che si prende l’applauso del sondaggio del momento.

 

(21 aprile 2022)

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