di Giancarlo Grassi
Mentre continua l’offensiva propagandistica del Cremlino che accusa l’Occidente di “fare il possibile per prolungare il conflitto”, l’esercito russo – scrive l’ANSA – sta “attaccando lungo un fronte di 480 chilometri nell’Ucraina orientale nella sua offensiva al Donbass” attacco che, continua l’agenzia citando il governatore della regione di Lugansk, “E’ un inferno”. Contemporaneamente la Russia fa sapere ai suoi cittadini: “Ci attendiamo un attacco NATO”.
Nel mentre, per la gioia dei veri antifascisti da Faceboook di casa nostra, i russi avrebbero lanciato una potente bomba su un ospedale di Azovstal e ci sarebbero centinaia di persone sepolte sotto le macerie: mentre scriviamo non c’è nessuna conferma della notizia, data da un parlamentare ucraino di quella circoscrizione, né da parte ucraina, né da parte russa, né da altri media globali occidentali o no. Così inizia la seconda fase dell’invasione russa in Ucraina condita dalla rassicurante dichiarazione del ministro degli Esteri russo Lavrov: “La Russia non userà armi nucleari”.
Attentissimo alle vicende interne il Cremlino si preoccupa nel frattempo di comunicare che “nessuno è autorizzato a fornire dettagli sull’incrociatore affondato”, lo scrive ancora l’ANSA, viste le decine e decine di famiglie russe sul piede di guerra che non hanno notizie dei loro congiunti che erano su quell’ammiraglia e dei quali non sanno nulla dal giorno del naufragio della nave. Putin ha deciso, in chiusura, che decorerà con i massimi onori gli autori della strage di Bucha e non si capisce come mai si senta il bisogno di decorare con i massimi onori gli autori della strage più negata della storia dopo quelle naziste.
Lo chiediamo anche, ma non solo, agli antifascisti da social di cui sopra.
(19 aprile 2022)
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