di Daniele Santi
In famiglia ci si trova sempre meglio, dicono, e parrebbe proprio che la grande famiglie delle destre offra sistemazioni – ritenute dai componenti più o meno degne – per coloro che rotta una famiglia ne formano un’altra: una specialità delle destre quella di essere così attaccati alla famiglia tradizionale da farsene più di una.
Sembra essere questo l’andazzo nella Lega di Salvini che ha furia di brandire rosari e invocare la madonna ha perso tutte le elezioni, è dimezzata nelle intenzioni di voto, sta al governo e fa opposizione con risultati catastrofici, è addirittura sotto la percentuale di voti raccolti nel 2018. Ovvio che chi è stato nella Lega di Salvini per amor di patria, e non di poltrona, ora per amor di patria e non di poltrona preferisca passare nel partito di Meloni: che tra Fratelli ci si trova meglio. Pare succeda soprattutto a livello locale dove le granitiche destre unite non si mettono d’accordo sui candidati nemmeno se si prendono a sberle, o lo fanno con risultati catastrofici come a Milano e Roma.
Secondo Il Foglio, che non è un pericoloso quotidiano comunista, il fenomeno del migranti politico leghista dalle terre di Salvini a quelle sconfinate [sic] della leaderessa Meloni parrebbe incontenibile: le regioni più interessate sono Lazio, Toscana ed Emilia Romagna, con le roccaforti del Carroccio a rischio esondazione (o terremoto che si voglia definire).
Scrive il quotidiano che nelle ultime settimane hanno detto ciao ciao a Salvini la consigliera regionale Laura Corrotti, in Fratelli d’Italia da inizio aprile, il senatore William De Vecchis che è entrato nel gruppo misto, e a livello municipale Riccardo Corsetto, Roberto Santoro, Roberto Bevilacqua, con la Lega che ha strappato a FdI l’ex sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi. Più che politica è un rubabandiera, diciamo. Defezioni dalla Lega si sono registrate anche nei comuni di Gaeta, Sabaudia e Valmontone.
Il Foglio cita poi Elisa Tozzi, consigliera eletta in Toscana, due consiglieri comunali di Prato, quattro a San Giuliano e cinque tra Firenze e Empoli. Anche in Emilia Romagna ci sono consiglieri in fuga: Antonio Baldini a Modena, Federica Boccaletti a Carpi, Massimo Roggiani e Fabio Marinelli a Fiorano e Stefano Barbolini a Maranello. Fuori dalla Lega e dentro FdI, anche se c’è chi opta per Italexit come il consigliere di Maranello Vincenzo Sgambati. Non vanno dimenticati i fratelli leghisti dimissionari della giunta leghista di Sassuolo, uno degli esperimenti politici più inconcludenti della storia leghista locale. Poi c’è la famosa Padania e anche lì tira aria pesante: a Legnano se n’è andato il consigliere Stefano Carvelli che aveva, da solo, più della metà dei voti della Lega. Insomma le foto alla “Via col Vento” non funzionano più…
(14 aprile 2022)
©gaiaitalia.com 2022 – diritti riservati, riproduzione vietata
Iscrivetevi alla nostra newsletter (saremo molto rispettosi, non più di due invii al mese)