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Le destre mute sulla Russia ritrovano la voce sulle tasse: “Il Governo non metta le mani in tasca agli italiani”

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di Giovanna Di Rosa

Non gli importa niente della tasche degli italiani, a loro – a Salvini, che si mette di nuovo di traverso al governo di cui fa parte, mentre lo cannoneggiano persino in Lombardia; a Meloni che almeno ha dalla sua di stare all’opposizione – importa che non si tocchino le tasse, altrimenti perderanno voti e non è il caso di strafare. In più Se Draghi cade a Salvini fa comodo, l’Italia perderà il PNRR, crescerà il malcontento e quindi il populismo. E la Lega tornerà a crescere. Ecco quanto gli importa dell’Italia.

Così la Lega continua con i suoi giochetti di trasformismo, mentre l’ex ministro della Giustizia del governo Berlusconi, il leghista Castelli, consiglia ai suoi “Questo ci porta al 10%” che tradotto in lumbard, significa “togliamogli la poltrona e in fretta” oppure, per il lumbard antico si può tradurre in “Defenestrato Savoini ora mettiamo da parte chi l’ha inventato”.

Del resto la si doveva far pagare in qualche modo al governo Draghi, e quindi a Di Maio, l’onta di avere espulso trenta diplomatici russi probabili spie in quanto “personae non gratae”, e cercare di recuperare consensi dopo le figuracce planetarie. Le destre italiane, del resto, sono quella cosa lì, e la Lega di Salvini gioca al ruba-voti con Meloni. Come è possibile pensare di andare al governo con simile “accozzaglia” [cit. Meloni d’Italia a proposito delle elezioni ungheresi], dopo avere avuto Draghi a Palazzo Chigi davvero non si capisce.

Come sia possibile sostenere un governo con i propri parlamentari e fare opposizione da segretario in un modo che fa perdere voti e credibilità politica al proprio partito è un altro mistero, di questa sempre troppo lunga stagione salviniana che ancora non ha ben deciso se stare con l’Italia per l’Italia o con Mosca chissà per quale motivo.

 

(7 aprile 2022)

©gaiaitalia.com 2022 – diritti riservati, riproduzione vietata

 





 

 

 

 



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