di Vittorio Lussana
Come sia stato possibile che la nazionale di calcio campione d’Europa in carica sia riuscita a farsi buttar fuori, per la seconda volta consecutiva, dall’edizione finale dei mondiali, è una questione che sfiora il fatalismo più arcigno e inspiegabile.
Una squadra che, per ben due volte, ha avuto la possibilità di vincere il proprio girone grazie a due rigori, purtroppo sbagliati, contro la Svizzera e che, in seguito, è stata capace di farsi uccellare dalla Macedonia del nord. Una squadra che vince quasi tutte le partite e perde proprio quelle che non dovrebbe perdere: inutile, adesso, mettersi a sparare a zero, che peraltro è un bravissimo cantante….
Una squadra che ha pienamente rappresentato quella voglia di farsi del male da soli che, ormai, ha pienamente invaso pienamente l’animo degli italiani, come in una sorta di perversa auto-schiavitù nei confronti del masochismo più distruttivo. Insomma, un modo di approcciarsi alla vita quotidiana a ai suoi problemi che, ormai, non possiamo più far finta di non vedere: un auto-avvitamento psicologico che, a furia di evocare fantasmi, riesce a materializzarli.
Speriamo proprio che, giunti a questo punto, si smetta anche di nominare il “pericolo nucleare” e “la terza guerra mondiale”, perché se andiamo avanti di questo passo andrà a finire che ci finiamo dentro tutti quanti come bufali impazziti. Perché la fortuna è cieca, ragazzi, ma la sfiga ci vede benissimo. E a furia di evocarla, essa riesce a individuarci per poi saltarci addosso e distruggerci. Insomma, nel portarci jella da soli siamo diventati bravissimi, non c’è che dire.
Ed è pure risaputo che la macedonia non mi è mai piaciuta: mi manda al bagno di corsa. Sempre e ogni volta…
(25 marzo 2022)
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