di Giancarlo Grassi
Così anche l’Italia insieme a tutti i paesi UE al completo e forse anche a mezzo altro mondo è entrata nella lista nera di Putin. Roba che nemmeno il sedicente stato islamico. Ma quando si perde il controllo, si è vinti dall’onnipotenza dopo decenni di potere assoluto, questo è ciò che accade.
E’ curioso che l’inserimento dell’Italia avvenga all’augusta presenza di Matteo Salvini e Paolo Grimoldi fautori della nuova linea dei Leghisti col Saio a razzismo selettivo o forse è solo un’altra delle tante grottesche coincidenze che vedono protagonista il leader leghista, senza che lui faccia niente per esserlo. La decisione poco prima che venisse aperto un nuovo e inutile negoziato sui corridoi umanitari che permetta agli Ucraini di sfollare verso i paesi decisi da Putin: Russia e Bielorussia, posizioni messe sì per essere rifiutati così che si continui a a radere al suolo l’Ucraina fino all’assalto finale.
Von Der Leyen e Draghi nel frattempo studiano nuovi pacchetti di misure, tra le quali lo stop totale al gas russo mentre gli USA pensano a bloccare, invece, le importazioni di petrolio dal territorio della Russia. Azioni che non potranno che aumentare, in misura direttamente proporzionale, la rabbia di Putin nei confronti di tutti ciò che è oltre i confini russi. A partire dall’odiata Internet, che verrà chiusa e relegata all’intranet interna, a partire dall’11 marzo.
(7 marzo 2022)
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