di P.M.M.
Con la scoperta del saio pacifista di Salvini, e grazie all’intuizione comunicativa del Grimoldi che guida una delegazione Ocse di tre persone in Polonia, la Lega ha inaugurato il “razzismo selettivo” in accordo con l’affermazione: “Diamo aiuto a profughi veri che scappano dalla morte, diversi da quelli che arrivano dal Bangladesh“.
Più veri? Più finti? Più profughi? La frase è volutamente ambigua e gioca sull’emotività, sulla pancia che al leghismo piace tanto solleticare con dichiarazioni che dicono e non dicono, ma lasciano supporre che forse che potrebbe anche essere che i profughi che arrivano da guerre che conosciamo sono migliori, o in qualche modo diversi, da profughi che arrivano da zone che non conosciamo. Per dirla meglio: da zone delle quali normalmente non ci frega un accidente.
Dunque il riferimento ai profughi ucraini come “profughi veri” al contrario di, anzi, diversi da “quelli che arrivano dal Bangladesh”, va nella direzione opposta a quella che la sfilata col saio di Salvini, convertitosi a pacificatore sulla via di Varsavia, e rappresenta la perfetta dichiarazione non dichiarata di discriminazione dentro la sofferenza altrui,, eleggendo tra più meritevoli e meno meritevoli, persino dentro una tragedia umanitaria. la cui portata sfugge a questa politica del “vediamo cosa succede sotto casa” che gioca a sfornare improbabili statisti.
(7 marzo 2022)
©gaiaitalia.com 2022 – diritti riservati, riproduzione vietata
Iscrivetevi alla nostra newsletter (saremo molto rispettosi, non più di due invii al mese)