di G.G.
Il Trota non ci risparmia esilaranti momenti di vita. Il pregiato pargolo di Umberto Bossi, alla fine della fiera, merita dunque anche una certa gratitudine da parte nostra. Protagonista insieme alla famigliola di mirabolanti imprese passate anche per tribunali, ora si trova a raccontare dell’attività della sua azienda in Russia, luogo assai caro a certo leghismo, nella quale opera la Resil srl di cui è amministratore unico.
Contattato dall’Adnkronos, Bossi jr, noto come il Trota per motivi che ci sfuggono ma sui quali non c’importa di riflettere, ha dichiarato “Non lavoro più con la Russia da due anni, è stato il covid a bloccare tutto…”, dunque la guerra non c’entra; Bossi jr rimanda poi alle sue attività agricole (icole, é), con la trasformazione casearia “settore che in Italia con la mia attività agricola seguo da 10 anni” e che Bossi junior gestisce nel Varesotto insieme al fratello Roberto Libertà, terzogenito del Senatur con una passione inspiegabile e passata per il lancio di gavettoni con candeggina (con particolare riferimento a un militante di Rifondazione comunista, Luigi Schiesaro, scambiato per obbiettivo: per dovere di cronaca mica per polemica).
L’azienda del secondo dei Bossi è operativa dal 2014 e i problemi glieli ha creati il Covid e non la guerra (per dovere di cronaca e giustezza d’informazione l’azienda è economicamente sana, come l’articolo dell’agenzia citata dimostra ampiamente, conti alla mano).
(6 marzo 2022)
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