di Redazione
Il Salvini agitatore, quello delle guerriglia incivile contro i migranti e le ONG, quello che ben vengano i profughi, ma assicurarsi che siano profughi, perché l’umana compassione viaggia a profondità insondabili al nostro essere così miseramente normali, è stato folgorato dall’idea di pace e ha deciso di concorrere alla storia – perché checché ne dica Shakespeare c’è differenza tra “fama e infamia” [cit.], e si recherà in Polonia, altro bunker sovranista d’Europa, per non si sa esattamente cosa.
Lui insiste a parlare di “missione di pace” e non abbiamo motivi per non credergli: certo è che non è stato investito di alcun mandato ufficiale né dalla Farnesina, né dalla presidenza del Consiglio, né dall’Onu o da qualche altro organo istituzionale. Ci va, per sua volontà (?) e non certo per convenienza politica – figurarsi se è il tipo – per portare la sua augusta parola di pace e di fratellanza folgorato, come troppi integralisti inconcludenti, sulla sacra via del buon verso l’umanità intera. Chiunque pensi che lo faccia per convenienza politica lo fa perché malpensante e persona malvagia.
Sul racconto di ciò che farà là, ammesso che ci vada, ci aspettiamo folgoranti descrizioni di aurore boreali di pace e fratellanza e di magiche aperture di corridoi umanitari grazie alla sua presenza in loco – che non dimentichi che i corridoi umanitari sono stati aperti per volontà ucraino-russa e sono sempre l’ultima soluzione prima dell’attacco finale. Così, per essere malpensanti, mica perché non si crede alle parole del segretario leghista…
(4 marzo 2022)
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