di G.G.
Nei giorni scorsi la leaderessa della destra granitica che Berlusconi può rifondare quando vuole (come da dichiarazione rilasciata da Silvio I da Arcore alle agenzie nei giorni scorsi), ha rilanciato il ritornello del presidente non eletto dagli Italiani così da creare un altro po’ di confusione sulle nostre istituzioni, come se dal 1994 ad oggi non ne fosse stata creata abbastanza.
L’Italia non ha mai eletto direttamente il presidente del Consiglio, semplicemente perché il nostro paese non è, per fortuna viste le pulsioni illiberali che agitano la sua politica, una Repubblica presidenziale come è invece lo è la Francia. Dispiace che Meloni scambi l’Italia con la Francia: forse non è stata informata bene da quella che sembra essere la sua musa ispiratrice Le Pen, una che la repubblica presidenziale la conosce bene, avendo perso tutte le elezioni presidenziali (per l’appunto) alle quali ha partecipato in Francia. Che è un po’ ciò che è successo a Meloni con i favolosi candidati presentati insieme a Salvini su è giù per le amministrative d’Italia.
Non sarà mai detto con troppa enfasi, dunque, che essendo l’Italia una repubblica parlamentare sono i partiti a vincere le elezioni ed è poi il parlamento, su mandato conferito dal Presidente della Repubblica, a votare la fiducia sulla base della maggioranza formata nel post-elezioni dagli accordi dei partiti, dopo le opportune verifiche.
Insomma non si esce dai deliri dell’elezione diretta perché i sogni son desideri, a conferma che alla destra italiana il successo nei sondaggi regala decisamente troppa euforia. E troppa euforia fa male.
(14 febbraio 2022)
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