di Massimo Mastruzzo
A proposito dei venti di guerra tra Russia e Ucraina (dopo il 2014 e in attesa dei pentimenti di Sarkozy e Cameroon a proposito della Libia), ricordiamo come il 20 marzo 2003 ebbe inizio l’invasione dell’Iraq. Colin Powell annunciò alla televisione davanti a milioni di spettatori che Saddam possedeva scorte consistenti di antrace e per rendere più veritiera la sua comparsata mostrò col braccio alzato una boccettina piena di polvere bianca, dicendo che si trattava di antrace, mentre per quanto ne sappiamo noi poteva anche essere borotalco.
Nei mesi successivi si scoprì che gran parte delle informazioni e delle ricostruzioni presentate da Colin Powell davanti ai membri del Consiglio di sicurezza erano false. Non c’erano laboratori mobili né enormi arsenali di armi di distruzione di massa. Nel febbraio 2005, Powell definì il discorso al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite – e l’esposizione degli argomenti prodotti dai servizi segreti americani e inglesi – una “macchia” sulla sua carriera. La vicenda che è costata la vita a migliaia di soldati e civili iracheni, americani e inglesi, ed è oggetto di una commissione d’inchiesta presieduta da Sir Chilcot e da Gordon Brown.
Tony Blair sulla guerra del 2003 dichiarò: “Posso dire che mi scuso per l’aver ricevuto delle informazioni sbagliate dall’intelligence…”. Informazioni sbagliate, così come si può sbagliare strada ad un qualsiasi incrocio, ma fornite di “armi di distruzione di massa” cioè armi nucleari o chimiche di cui, secondo il Pentagono, il dittatore Saddam Hussein sarebbe stato in possesso, ma che non sono mai state rinvenute, nonostante 8 anni di guerra.
Visto che siamo a un passo dalla guerra in Europa, e, almeno io, non ho ancora capito quale questa volta sarà la scusa scatenante, se si volessero rinverdire i fasti della famosa boccetta che potrebbe dare il via ad una guerra, giusto per renderla più credibile, sarebbe opportuno apporre un’etichetta con scritto: “Attenzione!!! Non fatecela ingerire (anche stavolta) nuoce gravemente alla salute. Lo sappiamo già”.
(13 febbraio 2022)
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