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Il complottismo “menagramo” dei cattolici integristi #giustappunto di Vittorio Lussana

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di Vittorio Lussana

Sono decisamente tristi alcune notizie che si leggono in giro. In particolare, quelle relative a una reinterpretazione in chiave complottista delle dimissioni di Papa Ratzinger, avvenute nel febbraio 2013. Ovvero, esattamente 9 anni fa. Si tratta, come al solito, di illazioni totalmente campate per aria, che tendono a negare quanto accaduto. Un chiacchiericcio disinformato e sordo, contestato e allontanato persino dai due Papi in questione, Jorge Mario Bergoglio e Joseph Ratzinger, indicati come antipapa il primo e come “vero papa” il secondo, spodestato tramite la formula canonica della sede impedita.

La denuncia è sempre la stessa: c’è una misteriosa élite di Illuminati che sta modificando il percorso della Storia, al fine di dominare l’intera umanità. E’ di questi giorni, infatti, il tentativo di veicolare una tesi che vorrebbe distinguere il ministerium del Papa dal cosiddetto munus petrino. Nel diritto ecclesiastico, le due funzioni sono, ovviamente, sommate assieme. Ciò per questioni meramente pratiche, essendo la figura del Santo Padre anche quella di un capo di Stato, per quanto piccolo questo risulti essere nei tempi attuali. Non ci si limita a seguire la pista del tentativo, legittimo per quanto tipicamente gesuitico, di Papa Francesco di appropriarsi di alcune tematiche laiche divenute, negli ultimi decenni, delle autentiche spine nel fianco del cattolicesimo. Si va ben oltre, al fine di denunciare sempre lo stesso, identico, complotto: c’è una massoneria segreta che sta cercando d’imporre un “nuovo ordine mondiale”.

Magari esistesse una setta del genere: potrebbe senz’altro darci una mano a sistemare molte cose che non vanno affatto bene. E invece, niente da fare: noi laici dobbiamo continuare a cavarcela da soli, senza nessun aiuto dall’esterno. Neanche dagli illuminati George Soros e Bill Gates. Due ultramiliardari i quali, pur possedendo una marea di soldi, se li tengono per sé, senza mai provare alcuna sensazione di disagio: un troppo pieno che li conduca a un’azione di rigetto di qualche tipo, dato che appartengono a una classe sociale che si spartisce il 90% delle risorse mondiali. Macché! Niente da fare: chi i denari ce li ha, se li tiene ben stretti. Così è sempre stato, peraltro. A riprova del fatto che manca proprio la notizia, in tutta questa roba qua.

In ogni caso, ciò che intendo sottolineare è la persistenza di un pensiero strisciante e semi-fascistoide che, quando torna comodo, dunque per mero opportunismo, finalmente si decide ad applicare il nesso crociano della distinzione. Quando diviene funzionale alle proprie tesi in quanto strumento di analisi, il “nesso dei distinti” esiste eccome, secondo i negazionisti della secolarizzazione. Un espediente che essi applicano persino più coerentemente di altri, poiché distinguendo il ruolo dalla funzione politica di un pontefice, essi operano esattamente quella riduzione della religione a metodologia modernista e positivista, in cui la tecnica e l’avanzamento scientifico vengono interpretate secondo una logica funzionale unicamente a se stesse.

Riducendo ogni cosa a vuota forma, questi Napalm 51 divengono i veri cultori dell’appiattimento verso uno sviluppo caricaturale totalmente privo di scopi o finalità: una visione di società che è precisamente – e colpevolmente – quella che ha prodotto il danno culturale della tanto odiata “deriva neo-liberista”, riducendo educazione, cultura, istruzione e persino le nostre stesse norme di comportamento quotidiano a semplice presa per i fondelli nei riguardi del prossimo. Sono stati loro i principali alleati dei neo-liberisti. Ma sono capaci di negare anche questo, nonostante Silvio Berlusconi sia ancora vivo e vegeto. Esattamente come Papa Ratzinger, peraltro: siamo di fronte a una vera e propria allergia allucinatoria nei confronti dell’inoppugnabilità.

Insomma, questo strano filone complottista, che si richiama a un cattolicesimo anticonciliare e determinista e che teorizza, ancora oggi, una serie di dogmatismi totalmente dissociati dalla Storia, scarica su Bergoglio – un pontefice che anche noi amiamo assai poco, in verità, poiché tende a sottrarre moltissime delle nostre idee, al fine di rivendersele in una chiave pseudo-progressista e farsi bello col culo degli altri – una serie di questioni che, viceversa, sono molto più complesse: quelle relative a un riassetto teologico delle religioni di tutto il mondo. Le quali, è vero che si stanno coalizzando tra loro, ma non intendono affatto confluire in un unico calderone mondialista, funzionale unicamente a mantenere in piedi gerarchie e istituzioni ecclesiastiche.

Insomma, il disegno di fondo paventato con terrore dagli integristi, sostanzialmente non esiste: non solo il mondo arabo, ma persino gli Ebrei s’infurierebbero a morte se venissero a sapere che esiste un tentativo di estendere l’ecumenismo teologico cristiano per fondare un’unica religione sincretista e secolarizzata. Tant’è che, anche sul fronte della semplice individuazione dei nemici, gli integristi si ritrovano di fronte a correnti culturali che non discendono affatto da ristrette élites, bensì risultano composte da milioni di persone che si sono messe in movimento già da tempo, chiedendo di essere, per lo meno, riconosciute sia dalle religioni, sia dal resto della società.

Senza alcuna vergogna, né ritegno, questi nostri novelli baroni rampanti sospettano che dietro alle mosse di Papa Francesco possano esserci, nell’ordine: a) una massoneria ecclesiastica d’ispirazione sudamericana, data la provenienza argentina di Papa Bergoglio; b) una lobby gay interna ai cattolici, che pur esistendo, non solo non è affatto limitata a pochi soggetti, ma al contrario essa risulta assai nutrita e numerosa; c) una cospirazione lefevbriana di restaurazione del cattolicesimo millenarista e controriformista; d) un disegno della finanza ebraica mondiale che, tuttavia, tende spesso ad auto-arruolarsi proprio dalla parte dei suprematisti, come abbiamo visto negli anni della presidenza americana di Donald Trump; e) una lobby laicista dedita all’annientamento delle religioni, nonostante il mondo laico sia, in realtà, a favore della libertà di culto e non cacci neanche un euro per sostenere attività ispirate all’ateismo o al materialismo edonista; f) una teoria gender specificamente codificata e filosoficamente organica, secondo uno schematismo ideologico di nuovi princìpi e valori; g) infine, non poteva mancare il disegno di un “nuovo ordine mondiale” incombente, dato che per mettere ordine in un pianeta sempre più pazzo, non basterebbe “la mano di Dio”, senza alcun riferimento calcistico o cinematografico.

L’unica cosa che esiste realmente è questa estrema difficoltà del mondo integrista e clerico-fascista a muoversi in un’ottica dinamica, anziché statica; nel non riuscire a vedere nella religione null’altro che ritualismi e formalismi, in quanto metodi di governo di una Chiesa chiusa in se stessa, che combatte contro tutto e contro tutti; un ridurre ogni cosa a fanatismo superomista messianico o trascendente, appiattendo qualsiasi contenuto anche solo vagamente innovativo; un teorizzare una società chiusa in se stessa, per continuare a diffondere tra i fedeli paure ataviche e infondate su vaccini, scientismo e teorie gender varie ed eventuali; nel non accettare un principio di pastoralità che non chiede affatto che ora sia, secondo una logica storicista e – questa sì – grettamente materialista, ma più semplicemente dove si vorrebbe andare, al fine di accompagnare l’umanità nel proprio cammino; nel respingere da se stessi un nichilismo totalmente distruttivo, che lascia il tempo che trova in ogni tipo di situazione, poiché tende a rimuovere ogni problematica esattamente come descritto da Alessandro Manzoni nel celebre episodio di don Abbondio, il quale era solito spostare ogni pietra d’inciampo che incontrava sul proprio cammino, pur di non dover compiere alcun passo laterale in più, al fine di aggirarle e superarle.

Insomma, non esiste un munus petrino a sé stante: ciò significherebbe ridurre teologicamente la dottrina cattolica a semplice metodo, a pura forma, a modello di gestione della Chiesa, come se fossimo tornati improvvisamente ai tempi del potere temporale. E per fortuna che gli integristi sono mentalmente assai pigri, perché altrimenti sarebbero capaci di tornare talmente all’indietro, da ripotarci ai tempi dei salassi o delle trasfusioni di sangue da effettuare per mezzo delle sanguisughe. Cosa che, in un certo senso, alcuni stanno persino cercando di fare, spacciando per naturopatia alcune forme di medicina omeopatica le quali, nei confronti di virus e malattie, oppongono una sorta di solletico ai piedi o poco più.

Si tenga presente che Joseph Ratzinger in persona, in una recente intervista rilasciata al collega Massimo Franco del Corriere della sera, ha dichiarato di essere “rimasto nel recinto di San Pietro”, ovvero di non essersi né allontanato dalla dottrina, né rinchiusosi in un eremo come fece, a suo tempo, papa Celestino V. Non c’è un cazzo di niente, insomma, in tutta questa roba qui. Ma questi continuano a farsi i film nel proprio cervello da alienati, millantandoli come inchieste e teorie complottiste reali e alternative.

Condurre un’inchiesta giornalistica, anche di questo tipo, comporta uno sforzo professionale molto serio, non un semplice video caricato su Youtube; significa infiltrarsi per interi anni in ambienti e centri di potere, non rimanere col culo incollato alla sedia a fare propaganda. Come hanno fatto, per esempio, i colleghi di Fanpage.it, cogliendo un’intuizione relativa alle infiltrazioni neonaziste in Fratelli d’Italia e nella Lega di Matteo Salvini. Io stesso mi son dovuto ricredere. E oggi sono felicissimo che l’abbiano fatto, così almeno evitiamo di utilizzare le influencer per pubblicizzare gli Uffizi. I colleghi di Fanpage.it hanno capito il metodo e mi hanno reso felice. Essi meritano pienamente il successo che sono riusciti a ottenere, poiché hanno compreso che si chiedeva loro di fare sul serio, non di appiattirsi sulla deriva marchettara e gossippara.

Non c’è niente da fare: i cattolici integristi non intendono minimamente rinunciare al loro fideismo atavico. Su un solo e unico punto hanno ragione: i cattolici, presi tutti quanti nel loro complesso, non riescono mai a fare 31 nelle cose. Anche quelli più aperti, liberali e progressisti. Aiutano la società e cercano di addentrarsi sul terreno sociale, ma solo fino a un certo punto, per non dover rivedere dogmatismi e preconcetti provvidenzialisti ormai ricoperti dalle ragnatele e in aperta contraddizione con qualsiasi cosa che essi facciano, per ogni decisione che quotidianamente assumono.

In questo, i cattolici restano tutti uguali. Non è cattiveria la loro: si tratta proprio del “recinto di San Pietro”, come affermato, in un momento di lucidità, dallo stesso Joseph Ratzinger.  E’ proprio la religione nel suo complesso a essere inattuale. E anche quando essa cerca di porsi al passo con i tempi, chiedendo al primo viandante che passa dov’egli stia andando, l’esercito dei suoi fedeli arriva sempre per ultimo, come tutti coloro che rimangono aggrappati alle proprie zattere ideologiche per paura di dover nuotare in mare aperto. Per sfiducia verso gli altri esseri umani, più che per viltà. Per un pessimismo plumbeo, da autentici jettatori.

 

(5 febbraio 2022)

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