di Giovanna Di Rosa
Matteo Salvini mastica amaro, e nasconde il suo fallimento continuo dietro le solite roboanti dichiarazioni tipo “A Milano non vinceremo, stravinceremo” e poi si vide come andò, e le sue proposte “autorevoli” che non hanno mai preso un voto in sei votazioni; ora che la quadra è trovata su Mattarella, il segretario sconfitto riesce a spaccare il centrodestra (cascando in tutte le trappole che Meloni gli ha teso) e deve giustificarsi.
A Salvini piacciono le acrobazie verbali, ma ha poca memoria, si dimentica di quel che dice, e finisce sul Corriere con un “Non abbiamo messo veti nei confronti di nessuno”, ma per mettere veti non occorre verbalizzarli, basta mettere in campo tutte le proposte (im)possibili e bruciarle con altre proposte cinque minuti dopo. Salvini lo ha fatto per sei votazioni: lo ha fatto contro il Quirinale, contro Draghi, contro i suoi Governatori, contro Giorgetti, contro tutti.
Ecco dunque chiudersi l’epopea del Grande Asfaltatore, un politico che rade al suolo tutto ciò che tocca e che ha perso tutte le elezioni possibili – a parte quelle Europee, successo che ha poi affogato in un mojito romagnolo – comprese quelle dei candidati esteri per i quali faceva il tifo: quando si dice il fiuto politico.
A poco a poco questa destra impreparata e cialtronesca scompare per autodissoluzione (Enrico Letta vince tacendo e cresce nei sondaggi) . Non è detto che il futuro riservi sorprese gradevoli. Certo è che se stanno pensando alla repubblica presidenziale hanno i mezzi per poterlo fare meglio.
(29 gennaio 2022)
©gaiaitalia.com 2022 – diritti riservati, riproduzione vietata