di Daniele Santi
Per ora nessuna traccia della destra sovranista e graniticamente unita. Certo, trovandosi in una inenarrabile difficoltà, oggi si sono astenuti, e a Mattarella sono andati 166 voti: più di un terzo dei voti validi. Tutti voti dal centrosinistra, dicono le cronache informatissime di Mentana e soci. Noi, meno informati, e anche meno ingessati, propendiamo per un M5S che ha deciso di farsi sentire.
Scompare, per oggi, dalle cronache del voto il nome di Casini – quella parte politica lì parlava di schede bianche, decisione rispettata – e chi pensava in un accordo stasera o stanotte potrebbe sbagliare di nuovo. Nebbia sulla riunione delle destre prevista per le 19 della quale non ci sono conferme, mentre stiamo scrivendo, e nessunissima riunione di tutti i leader. Un parlamento spappolato che colleziona figuracce e facce in televisione sempre più nervose. Non c’è da stare allegri, con fronde di partito che lanciano segnali ai leader: “Ne abbiamo fin qui”.
Cronache parlamentari parlano di un unico segretario di partito che informa i suoi di ciò che intende fare: Enrico Letta. Gli altri parlamentari, pare, viaggiano al buio e cominciano a sentire, buon per loro, il limite di avere accettato di essere schiacciabottoni. Ci sono poltrone in bilico. E non sono solo quelle del Governo.
(27 gennaio 2022)
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