di Daniele Santi
Erano stati fatti slittare i processi, le udienze dei processi, perché il Silvio d’Italia l’Italia s’è desta aveva impegni quirinalizi con pretese di vittoria, poi è andata come è andata, eccolo l’ex candidato pigliatutto che “avevo i voti” ma ha pensato “all’unità nazionale” – come se fossimo nati ieri – ricoverato al San Raffaele per accertamenti di routine. Perché bisogna pur continuare a vivere come se il paese fosse una proprietà privata.
Abbiamo così il TGCom di berlusconiana proprietà ed influenza ci informa della dichiarazione dell’ex-cavaliere secondo il quale “I voti per la sua elezione c’erano, ma” lui si è ritirato, in soldoni, per amor di patria. Dimentica la velina da Minculpop che persino Sgarbi aveva detto che i voti non c’erano. C’è poi l’altra questione, ovvero il continuo martellamento delle Destre di Meloni e Salvini secondo i quali loro e solo loro hanno i numeri per avanzare proposte per il Quirinale quando per il Quirinale da sempre si fanno accordi condivisi e non si lanciano candidati, se non per bruciarli o per farli bruciare. Si tratta di un esercizio propagandistico teso a ribaltare la realtà che queste destre portano avanti dal 1992, dal momento della discesa in campo del Silvio e che evidentemente continua a funzionare per i loro elettori.
La realtà è che nessuno schieramento avrebbe i voti per eleggere l’inquilino del Quirinale da solo nemmeno se quella fosse la procedura costituzionale dunque, mai come in questo momento, l’accordo è necessario. Essendo queste Destre incapaci di costruire accordi e trovare candidati vincenti, basti guardare a coloro che hanno presentato alle ultime amministrative, c’è da chiedersi a quale luna stiano ululando. Quella che di giorno non si vede anche se è visibile o quale altra?
(23 gennaio 2022)
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