di Giovanna Di Rosa
Meloni rientra nel videogioco del Quirinale e, con alcune battute al Corriere che erano facilmente immaginabili, dice ciò che ci si aspetta lei dica: parla della “coalizione protagonista” solo “se unita”, di “numeri”, ma mai di un presidente della Repubblica per gli Italiani e per l’Italia.
Alle destre che perdono sempre importa infatti così tanto vincere da dimenticarsi che chi ha vinto prima di loro aveva un metodo, e corazzate mediatiche invidiabili così potenti da portare anche gli attuali alleati dove stanno. Lei parla invece di “unità”. La domanda è sempre quella: Vuole essere “protagonista” o un presidente per l’Italia? La domanda non può avere risposta, ma il titolo può avere un sottotitolo. La roboante apertura d’intervento meloniano al Corriere definisce i partiti di destra “Leali a Berlusconi: ma se rinuncia, convergenze più ampie”, sottotitolo: ce lo siamo dovuti ingoiare per qualche giorno, ma siccome non se lo votano nemmeno sotto tortura, toccherà parlare con tutti.
La Patriota d’Italia, il Corriere cita il vertice del suo partito, avrebbe infatti dichiarato che ci vuole “un presidente della Repubblica patriota”, non sappiamo e non ha detto se Mattarella fosse un presidente non patriota né perché eventualmente lo pensa, ammesso che lo pensi. Naturalmente non lo farà. Siamo ai FdI per i quali “patriota” e “di destra” sono sinonimi. Tutti gli altri sono incapaci e “sinistra”.
Continua così il peculiare racconto “patriota” della Patriota continua poi dicendo che la destra rappresenta “la maggioranza degli Italiani”. Dunque lei con il 4,2% del 2018, e non con i sondaggi del 2022, rappresenta la maggioranza degli Italiani. Francamente non abbiamo voglia di discutere di numeri farlocchi e dichiarazioni propagandistiche, quando sarebbero necessarie discussione serie su una elezione importantissima come quella del prossimo inquilino del Quirinale.
Dunque continua la strategia di affermazione di sé di Meloni che si sogna, dopo il tripudio spagnolo tra i fans da stadio di Vox, primo presidente del Consiglio biondo della storia d’Italia. E certo un presidente “patriota” aiuterebbe, nel caso di un’arrivo con vittoria per un’incollatura. Si ha la sensazione che ci sarà qualche delusione dietro l’angolo. Nel frattempo sta saltando il vertice della destra, ma senza Berlusconi non sanno dove andare. E forse nemmeno possono.
(19 gennaio 2022)
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