di Giancarlo Grassi
E Matteo Salvini si scatena. “Dica Draghi”, tuona il tribuno, “Dica Draghi con chi sta. Se col PD o con il M5S”, ma il problema che Salvini ha in casa è un altro: devono essere i suoi governatori a dirgli da che parte stanno, se con Salvini o con Draghi, nel senso di governo, e se è vero che il 5 gennaio scorso è spuntato persino il nome di Fedriga come possibile prossimo premier potremmo anche ipotizzare, noi che siamo ignoranti, che il problema che Salvini ha in casa è un altro: devono essere i suoi governatori a dirgli da che parte stanno, se con Salvini o con Draghi, nel senso di governo da sotto i piedi.
Salvini fa sua, e la stravolge, la domanda che già Giuseppe Conte ha rivolto al presidente del Consiglio sulla questione energetica sollecitandolo a prendere posizione dopo la proposta avanzata da Bruxelles di inserire il nucleare e il gas naturale in una lista di attività economiche considerate sostenibili dal punto di vista ambientale. Sembra che tutti e due, Salvini e Conte, strumentalizzino una questione ampiamente chiarita da tutti gli stati europei che già hanno detto “No” ad una proposta UE che è per ora, soltanto una proposta, che difficilmente avrà l’unanimità.
Del resto anche il segretario del Pd, Enrico Letta, a proposito della proposta avanzata da Bruxelles ha già affermato di essere contrario “alla bozza di tassonomia verde che la Commissione Ue sta facendo circolare” considerando l’inclusione “del nucleare radicalmente sbagliata” e che “il gas non è il futuro” come da tweet del segretario.
Ma Salvini mette tutto insieme in un frullatore, lo centrifuga alla massima velocità e lo rielabora nel modo che, lui è ancora convinto, sia utile all’inutile populismo sovranista e anti-italiano travestito da patriottismo alla Meloni che è un po’ la cifra del suo nulla politico buttando lì una roba che è persino più ridicola di quanto lui stesso potesse immaginare quando si inventa un “asse PD-5Stelle per frenare lo sviluppo del Paese e far pagare agli Italiani le bollette più care d’Europa”. Per poi tornare sulla questione delle centrali dell’atomo che ci hanno fatto scoprire il Salvini-nucleare che si guarda bene dal dire come il problema caro-bollette riguardi l’oggi, mentre il costruire o riattivare centrale sia una roba che comporterà dieci anni di lavoro e miliardi di euro di spesa.
E nel frattempo gli frana la Lega da sotto i piedi.
(6 gennaio 2022)
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