13.2 C
Roma
12.1 C
Milano
Pubblicità
Roma
cielo sereno
13.2 ° C
14.3 °
12.3 °
71 %
3.1kmh
0 %
Lun
14 °
Mar
15 °
Mer
14 °
Gio
14 °
Ven
14 °

POLITICA

Pubblicità

ALTRA POLITICA

Pubblicità

ESTERI

Pubblicità
HomeCopertinaMatteo Renzi: "La ricetta del dottor D'Alema è avere il 20 per...

Matteo Renzi: “La ricetta del dottor D’Alema è avere il 20 per cento e stare all’opposizione”

Pubblicità
GAIAITALIA.COM NOTIZIE anche su TELEGRAMIscrivetevi al nostro Canale Telegram
GAIAITALIA.COM NOTIZIE su WHATSAPPIscrivetevi al nostro Canale WHATSAPP

di P.M.M.

Non c’è voluto molto perché Matteo Renzi si facesse sentire, dalle pagine de Il Messaggero, e rispondesse a chiarissime lettere alla provocazione di Massimo D’Alema su malattia e guarigione del PD e rispedisse al mittente la polpetta avvelenata.

Il leader di Italia Viva non ha fatto mancare nulla al lider Massimo, ed ha approfittato della sua intervista al quotidiano romano, ripresa dall’Adnkronos, per rinfrescare la memoria: “D’Alema mi ha sempre fatto la guerra da dentro e da fuori. Quando ho guidato il Pd abbiamo preso il 40 per cento, governato 17 regioni su 20 e scritto pagine importanti sui diritti, per abbassare le tasse, sul lavoro e sull’impresa con Industria 4.0. Con noi la classe operaia ha ricevuto più soldi, non solo con gli 80 euro. Per uno come D’Alema tutto ciò è una malattia. La ricetta del dottor D’Alema, chiamiamolo così, è avere il 20 per cento, stare all’opposizione in larga parte delle Regioni, fare convegni sui diritti senza approvare alcuna riforma, fare scioperi sul lavoro e scommettere su sussidi di cittadinanza. Sono due visioni opposte della vita e della politica”.

Ha poi aggiunto che se “i Dem di oggi pensano che il renzismo sia la malattia e D’Alema sia la cura sono contento per loro e faccio molti fervidi auguri. È il motivo per cui non sono più nel Pd: io credo nel riformismo, loro nel dalemismo”.

Va detto, per amor di verità, che non si sono lanciati fuochi d’artificio dentro il PD dopo la sortita di D’Alema e che addirittura il segretario Letta ha scritto in un tweet che il PD non ha avuto malattie dunque non c’è bisogno di guarigioni.

L’uscita dalemiana sembra piuttosto una di quelle sortite – forse concordata con chi ha interesse a sparigliare le carte nel pre-Quirinale, e non ci stupiremmo se fosse uno degli auto-candidati – tese a sgambettare, creare confusione, polveroni, cortine di fumo, insomma a fare ciò che D’Alema ha quasi sempre fatto in queste circostanze: spostare pesi, prendere misure, giocherellare di abilità e di equilibrismi per vedere chi è più bravo e tentare di rimettersi al centro dei giochi anche quando è troppo tardi..

D’Alema, ha ragione Renzi, è proprio grazie a questi giochetti ha sempre perso tutte le elezioni della sua segreteria e bruciato tutti i candidati da lui sostenuti per il Quirinale: nel 2015 D’Alema appoggiò Amato, nel 2013 Marini, nel 2006 forse sé stesso, nel 1999 sostenne un candidato dell’allora appena riesumato Partito Popolare italiano. Gli andò male anche lì. D’Alema si disegna vincente, ma vincente non era e non lo sembra nemmeno oggi.

E Renzi picchia duro anche lì: “Chiunque sia il candidato di D’Alema perde: non è scaramanzia, ma statistica”, dice il leader di Italia Viva nella citata intervista al Messaggero.

 

(3 gennaio 2022)

©gaiaitalia.com 2022 – diritti riservati, riproduzione vietata

 





 

 

 

 

 

 

 



Torino
cielo sereno
8.5 ° C
9.6 °
7.4 °
57 %
1.5kmh
0 %
Lun
8 °
Mar
7 °
Mer
10 °
Gio
8 °
Ven
2 °
Pubblicità

LEGGI ANCHE