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Quando il testosterone può più del (poco) cervello: o dell’inutile esistenza del tifoso senza controllo

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di Giovanna Di Rosa, #calcio

Il maschio-tifoso è sempre senza controllo, perché è in branco. E in branco ci si passa il ruolo del capobranco. Cioè del cretino di turno. Perché è capobranco chi non ha i mezzi, essendo il mondo umano assai meno evoluto di quello animale, dove il capobranco è chi se lo può permettere.

Quello che mancava a certa deficienza tutta maschile e era la toccata di culo e fuga in diretta televisiva con conduttore (maschio) al seguito che invitava l’inviata allo stadio di Empoli nel post Empoli-Fiorentina, a stare tranquilla. Lei, doveva stare tranquilla mentre lui, il conduttorone, non si sognava minimamente di condannare quanto aveva appena visto: l’atto indecente di un imbecille che il rispetto non sa nemmeno dove stia di casa.

Del resto l’omone era tracotante della vittoria dei suoi – che altra vita volete che abbia? – ed era esaltato dall’essere uscito vittorioso (perché per l’ometto da branco la vittoria della squadra è la sua vittoria, prima di andarsi a ubriacare per disperazione nel primo bar disponibile ad accoglierlo), vista una donna non poteva esimersi dal dimostrare agli amici quanto maschio lui fosse e zac!, la mano barbina dell’imbecille inconsapevole parte e tocca dove non deve. Speriamo ci pensino le Procure.


E speriamo che al conduttore ci pensi l’editore di quella TV lì, che non nomino nemmeno, e che sia almeno costretto a fare pubbliche scuse alla sua collega, prima di tutto, e a tutte le persone che ha offeso col suo silenzio e il suo inutile consiglio: “Non te la prendere”.

“Non te la prendere”? ha idea il conduttore che nemmeno nomino di quante violenze sono costrette a subire le donne a forza di “Non te la prendere”, “Vedrai che cambia”, “E’ un momento passeggero”, “Cosa vuoi che sia uno schiaffo”, “Vabbè t’ha toccato er’culo che saràmmai”?

Se non ce l’ha se la faccia. E’ il suo momento.

Nel mentre la collega Greta Beccaglia dovrebbe sbattere la porta e andarsene stigmatizzando l’accaduto, la totale mancanza di solidarietà e il maschilismo imperante che minimizza nonostante tutto, nonostante assista, nonostante sia testimone, nonostante sia lì. E nonostante ciò minimizza e continua a minimizzare.

Se solo il maschio-capobranco de noantri avesse i mezzi per rendersi conto di che mondo ha creato si toglierebbe di mezzo, per fortuna prima o poi ci pensa il tempo, e lascerebbe che le donne facciano meglio ciò che lui fa così male: creare un mondo vivibile dove il cervello non funzioni in accordo con le pulsioni del basso ventre del maschio, ma in accordo con le leggi del rispetto della vita e dell’altro.

Ma non ci aspettiamo tanto. Ci aspettiamo invece che questo episodio sollevi un putiferio e faremo quanto è in nostro potere perché ciò accada. Per giustizia, non per vendetta.

 

(28 novembre 2021)

©gaiaitalia.com 2021 – diritti riservati, riproduzione vietata

 




 

 

 

 

 

 

 

 



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