di Giancarlo Grassi, #laprovocazione
E’ sempre lì, allo stesso punto: stesse grida, stessa propaganda inutile, stessa comunicazione anche di fronte a problemi radicalmente diversi e a una situazione che cambia alla velocità della luce. Lui, Salvini della Lega di Salvini, è imperturbabilmente fedele a se stesso e alla sua comunicazione vecchia, stantía, alla quale non crede più nessuno.
Messo spalle al muro e costretto ad indossare lo scomodo silenziatore, Salvini riesce a non smentirsi: dice sì a denti stretti al Super Green pass perché i suoi Governatori lo vogliono nonostante lui, ed è riuscito a mettere in mezzo i bambini lanciando il suo “No” all’obbligatorietà per i bambini sotto i 12 anni che era appena stata ventilata.
Insomma siamo sempre al Salvini del “giù le mani dai bambini” – sembra di stare ancora sul palco di Pontida, quando la bambina ce l’aveva in braccio lui (doveva essere di Bibbiano, un simbolo, diciamo, questo per non usare i bambini in politica) e alla campagna leghista che doveva servire a conquistare la poltrona di Sindaco di Reggio Emilia: la sconfitta del suo candidato fu più netta di quanto il più cieco ottimismo lasciasse prevedere. Se l’era scelto bene, il candidato che avrebbe fatto il Sindaco anche gratis.
Così il segretario leghista sotto tutela leghista dice “sì” a tutto: sì alle strette negli alberghi, “sì” alle restrizioni per i non vaccinati, “sì” a tutto ciò contro cui gridava “no”, ma ha giocato da furbetto anche questa volta: ha convocato i governatori della Lega – quelli che le elezioni le vincono, per intenderci, perché quello che le ha perse tutte è lui – in anticipo rispetto alle decisioni del governo Draghi, perché quando gli serve il profilo basso lo sa usare.
Nel frattempo il leader dei No Vax veneti, Lorenzo Damiano è in terapia sub-intensiva dopo essersi contagiato a Medjugorje.
(24 novembre 2021)
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