di Giancarlo Grassi, #laprovocazione
Liliana Segre, senatrice a vita, parla dell’importanza del vaccino e il leghista no vax, consigliere del partito di Salvini in Brianza attacca a testa bassa sposando il linguaggio nazista utilizzato nei campi di concentramento e l’attacca: “Mancava lei… la 75190”. Un’esternazione agghiacciante.
L’attacco violentissimo in un post su Facebook, rimosso poche ore fa, come scrive Repubblica. Insorge l’ANPI: “Stesso linguaggio dei nazisti”, indignata la comunità ebraica: “Ignobile”. Incazzati neri anche nel gotha leghista.
Poi il consigliere brianzolo si scusa a modo suo, si è fatto “trascinare dal clima d’odio” – che chissà come è stato alimentato, guarda un po’ – come ogni brav’uomo delle Istituzioni dovrebbe fare? Il gruppo del PD di Lissone e le liste civiche si dicono “inorridite”; “Le considerazioni volgari di chi come il consigliere Fabio Meroni equipara le vaccinazioni al nazifascismo” hanno scritto “offendono tutte le persone dotate di consapevolezza storica e di un senso di umanità”, segue richiesta di pubbliche scuse che il consigliere leghista no vax poi porgerà nel modo tutto leghista che si può immaginare: “In modo totalmente sbagliato ho cercato di esprimere il mio pensiero”. Incultura uguale odio. L’odio crea incultura. La Lega cerca i voti in quei serbatoi. Li trova. L’incultura va al potere e genera odio. E tanti saluti alla democrazia. Toccherà pensarci prima di tornare a dare il voto a certa gente?
(21 novembre 2021)
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