di Giuseppe Sciarra, #tveradio
E ci risiamo con la tv discutibile, che molti chiamano tv spazzatura, ma noi no: quella che ha contribuito all’abbassamento del livello culturale di troppi italiani e che ritengo abbia creato danni culturali irreversibili alla mia generazione e fors’anche ad altre, che non solo ci fa la morale, ma ci fa la morale da signorini. E’ la televisione dei grandi fratelli, delle liti orchestrate, delle love story morbose, dei chiaroscuri con corna, intrighi, gelosie, invidie, dove i partecipanti a un reality show sono messi nelle consapevoli condizioni (per fare audience) di tradirsi e (s)parlare gli uni degli altri, con offerta di modelli beceri e mediocri di uomini e donne che pur di mettersi in mostra potrebbero arrivare anche a fare mercanzia di figli e madri. Potrebbero, perché un’opinione non è mica la bibbia. E perché figli e madri sono una cosa seria.
Non è davvero un paradosso che questo tipo di televisione che bullizza con scherzi crudeli contro malcapitati (fare leva sul fatto che Francesca Cipriani soffra di vertigini nella prima puntata del GF e tenerla appesa a una corda per fare spettacolo come lo definireste? Uno scherzo innocente? C’è chi dice che tali scherzi siano concordati. Veri o presunti che siano, che esempio stanno dando a chi li guarda? Qual è la linea sottile tra uno scherzo innocente e uno crudele?), una tv che specula sulle tragedie e sulle miserie altrui, che crea fenomeni da baraccone al limite della decenza, che questo modo di fare televisione che fa un po’ vergogna a volte, abbia pure udite udite la faccia tosta di mettersi in cattedra e darci lezioni di etica e dire cosa va fatto e cosa no?
A fare da portavoce all’ennesima crociata del mezzo televisivo che è anche una delle corazzate berlusconiane, a promuovere i valori della famiglia (per poi mostrare donne scosciate, matrimoni farsa e sceneggiate squallide a cui non crede più nemmeno la nonnina tutta casa e chiesa che vive sul cucuzzolo della montagna) è stato Alfonso Signorini. Il giornalista onnipresente, dopo la fine della puntata del GF del 15 novembre, utilizzando un generico noi, come a un comizio politico per un elettorato da corazzata berlusconiana, si è espresso con un categorico “siamo contrari a qualsiasi forma di aborto in ogni sua forma”, ricevendo il plauso dell’opinionista Sonia Bruganelli.
La dichiarazione ha suscitato indignazione sui social – l’ultimo Leone d’Oro alla regista Audry Diwan parla del calvario di un aborto clandestino nel toccante e durissimo “La scelta di Anne” – e che si parli la qualunque, sentendosi autorizzati a parlare a nome delle donne sulla loro scelta di portare avanti una gravidanza o no, desta sgomento. Il contesto nel quale tale affermazione è stata regalata invece non desta più nemmeno stupore, che è il vero dramma di tutta la faccenda.
Dice bene la giornalista Selvaggia Lucarelli dalla sua pagina social: “Caro Alfonso Signorini, non so a nome di chi credi di parlare, ma NOI abbiamo votato a favore dell’aborto con un referendum che ha la mia età, quindi fammi questo favore: parla per te e per il tuo corpo, visto che non rappresenti né il paese né il corpo delle donne”. Ci sentiamo di sottoscrivere l’opinione di Lucarelli e di aggiungere: “Saremmo stanchi di certa televisione anacronistica che predica bene e razzola male, usando slogan come clava, su spettatori di un intrattenimento politicamente coatto, che promuove la maleducazione, mettendo bocca su temi che andrebbero trattati con competenza”. Oltre che con garbo.
(16 novembre 2021)
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