Commento audio di Stefania Catallo
di Paolo M. Minciotti, #politica
L’hanno chiamata “ideologia di Stato” loro che, viste le simpatie con i nuovi sovranismi d’Europa e d’America, e certi cognomi accolti tra gli eletti, di “ideologie di Stato” dovrebbero saperne abbastanza da evitare di aprirci la bocca attorno; ma l’uscita viene dal Fratello d’Italia che sostiene che i mari sono tutti allo stesso livello, così che se va sotto Napoli dovrebbero andare sotto tutti, mica una città sì e un’altra no.
Perché la Destra è così, tutto nel frullatore e via a macerare. Altitudini dei luoghi, compresa. Tutto nel frullatore della massificazione, così vai di messaggi semplici e via campagne d’Africa. La Storia sta lì a raccontarla, finché non si ricomincerà a bruciare libri. A leggerli.
Ora la rabbia cieca dei Fratelli furiosi d’Italia si rivolge verso un emendamento targato Partito democratico e Italia Viva che vieta le pubblicità sessiste e offensive al quale ha dato il via libera l’approvazione del decreto Infrastrutture, su cui il governo aveva posto la fiducia. Così sarà vietato affiggere sui cartelloni al lato delle strade, così come sui mezzi pubblici, contenuti che veicolino “messaggi sessisti o violenti o stereotipi di genere offensivi o messaggi lesivi del rispetto delle libertà individuali, dei diritti civili e politici, del credo religioso o dell’appartenenza etnica oppure discriminatori con riferimento all’orientamento sessuale, all’identità di genere o alle abilità fisiche e psichiche“.
Apriti cielo. Sono bastati i riferimenti “all’orientamento sessuale” e “all’identità di genere” per scatenare l’ira dei papisti, principi e principesse del baciapilismo, pronti a vedere il male dappertutto – e a tacerne quando c’è sul serio, guarda il polverone sollevato sull’inchiesta di Fanpage fino a farla sparire dalle cronache – e soprattutto denunciare la famosa Teoria gender che non esiste se non nelle teste di alcuni, che sono diventati rapidamente troppi – un po’ come i microchip che ci iniettano come i vaccini… la matrice è sempre quella: ignoranza = manipolazione = propaganda.
E’ infatti proprio la Teoria Gender a far saltare sulla sedia il senatore Lucio Malan e a fargli affermare come si assisterà alla rimozione (dice proprio così, rimozione) la “pubblicità” o vietata (dice proprio così, vietata) “la circolazione di chi non si conforma all’ideologia di Stato introdotta di soppiatto”. Poi pubblica un post su Facebook.
Il Ddl Zan torna attraverso tre commi infilati in modo piratesco alla Camera in un articolo del DL recante ‘disposizioni…
Pubblicato da Lucio Malan su Mercoledì 3 novembre 2021
E scrive che il “Ddl Zan torna attraverso tre commi infilati in modo piratesco alla Camera” all’interno del quel DL recante “disposizioni urgenti in materia di investimenti e sicurezza delle infrastrutture, dei trasporti e della circolazione stradale”, oh immane tragedia…
Scrive anche molto altro e va letto, ciò che scrive, perché si capisca con che Destra questo paese ha a che fare. Qualora voglia capirlo. Questo paese.
“Un cartellone pubblicitario con la foto di una bella donna sarà considerato ‘sessista’? Una donna che stira o un uomo che nella pubblicità di un film salva una fanciulla saranno considerati ‘stereotipi di genere’? Un adesivo su un’auto con scritto che Gesù è figlio di Dio o che Cristo è Re sarà considerato lesivo dei non cristiani? Una pubblicità che raffiguri solo coppie uomo/donna sarà lesivo delle persone LGBT? La pubblicità di reggiseni sarà considerata lesiva dell’identità di genere se dice di rivolgersi alle donne? Non sono domande oziose…”, infatti no. Non sono domande oziose. Non sono nemmeno domande. E ruotano attorno alla solita storia. Raccontare una realtà separata ad uso politico.
Non si può dar loro torto. Dev’essere una grande soddisfazione essere primi nei sondaggi, ad esempio, imporre candidati come Michetti e poi perdere le elezioni. Sarà colpa della teoria gender anche in quel caso lì. Non gli si può dar torto se sono incazzati neri.
(5 novembre 2021)
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