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Lega e Fratelli d’Italia si vendicano della sconfitta elettorale sulla pelle delle minoranze

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di E.T., #DdlZan

Se n’è parlato così tanto di questa legge che andava trombata, in qualsiasi modo, ma andava trombata, da far sospettare che del Ddl Zan non fregasse un accidente a nessuno. Toccava solo aspettare il momento giusto, il momento in cui oltre al “No” alla Legge si potesse dare una lezione a coloro che avevano avuto l’ardire di volere una legge coerente, non monca, non raffazzonata come quella sulle Unioni Civili e che avevano detto “No” ai compromessi al ribasso.

Quel momento è arrivato e i liberticidi celebrano.

Conosciamo personalmente, e piuttosto bene, molti – oseremmo dire troppi – dei protagonisti di questa triste storia e, sollevando il giudizio personale su di loro, abbiamo la netta sensazione che questo clamoroso, ennesimo fallimento della politica politicata male da lillipuziani convinti di essere titani, non sarà l’ultimo mal di pancia che toccherà sopportare, perché la questione sembra muoversi su binari che hanno a che fare con basse ed umanissime vendette, con basse ed umanissime antipatie personali, su basse ed umanissime resistenze: le Destre che dovevano farla pagare al PD per il tonfo elettorale di quindici giorni fa dovevano mostrare i muscoli ai loro elettori o i partiti a una cifra virgola un po’ per cento lamentando vecchie ruggini col PD ora di Letta (quello “Enrico, stai sereno” ha lasciato un solco molto più profondo di quanto si pensi), poco importa.

Stigmatizziamo un’insensata indisponibilità ad un’ulteriore discussione dopo tensioni, stratagemmi, modifiche, resistenze su altre modifiche, rifiuti di aspettare ancora sette giorni, ripensamenti su emendamenti decisi insieme che oggi non vanno più bene, vecchia ruggine tra ZanScalfarotto i quali vogliono entrambi il loro nome sulla Legge e le ironie di Renzi sul “basta saper contare”.

Sullo sfondo la Destra di Salvini e Meloni alla quale non sembra vero di vendicarsi della sconfitta elettorale sulla pelle delle minoranze.

Tutto sta nascosto in quel grido di giubilo che ha salutato l’affossamento di una legge che avrebbe garantito maggiori diritti e protezione per tutte le cittadine e i cittadini: hanno celebrato loro stessi, convinti di far bene, sulla pelle dei più discriminati e fragili. Ed è una vergogna.

 

(27 ottobre 2021)

©gaiaitalia.com 2021 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

 





 

 

 

 

 

 

 



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