di Giovanna Di Rosa, #politica
Dunque Meloni d’Italia ha immediatamente trovato i colpevoli della disfatta elettorale della destra che insieme a Salvini tanto maldestramente rappresenta: colpevoli della sconfitta sono la ministra Lamorgese (quanto fortemente vogliono quel ministero i signori delle grida!) e, naturalmente, i giornalisti.
C’è anche un terzo motivo, e cioè, che le destre – graniticamente unite nella propaganda quotidiana – sono “divise” nelle questioni governative dunque il “calcolo” starebbe nel trovare una posizione “unitaria” (ma non sono graniticamente uniti?) sul governo Draghi.
Il suggerimento cioè, consiste nel dire alla Lega senza dirglielo apertamente, che dovrebbe uscire dal governo per preparare la spallata a primavera. Esercizio inutile, perché la mozione governista della Lega è di gran lunga vincente dentro il partito e Salvini, che ha perso tutte le elezioni da quando è segretario avrà altre gatte da pelare. Oltre alla faccenda Morisi da gestire.
Meloni ha rapidamente dimenticato di avere proposto candidati incandidabili definendo Michetti il migliore possibile, non osiamo pensare se fosse stato il peggiore cosa sarebbe successo, tanto che nemmeno gli elettori di destra hanno ritenuto di poter prendersi il disturbo di andare a votare (nel calo generalizzato Gualtieri ha preso 299mila voti in più del primo turno e Michetti ne ha persi una valanga). In più tanto a Meloni quanto a Salvini sfugge un particolare solo apparentemente di nessun conto: la loro continua rincorsa ai vari gruppuscoli violenti di No Vax e No Green pass, ben lungi dal rappresentare un serbatorio di voti è invece un campanello d’intolleranza che gli elettori della destra moderata, quelli che Meloni dovrebbe rappresentare, rifiutano. Con i risultati elettorali che sono gli occhi di tutti.
(19 ottobre 2021)
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