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A destra sono nervosi. Molto nervosi. Forse persino un po’ troppo….

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di Giovanna Di Rosa, #politica

La destra che vince solo nei sondaggi e che perde nelle occasioni che contano, perché ha gridato così tanto che non ha più nulla da dire quando va detto sul serio, è nervosa. Molto nervosa. Forse persino un po’ troppo.

Il nervosismo era palpabile già prima delle elezioni del 3 e 4 ottobre scorso: i Governatori e Giorgetti che sbugiardavano Salvini, l’inchiesta di Fanpage.it sulla quale Meloni si è scagliata violentemente e male, come se lei potesse cose che nemmeno i magistrati possono (spiega bene la questione Vittorio Lussana qui); le dichiarazioni di “vinceremo, anzi stravinceremo” di Salvini che invece straperdeva a Milano con un candidato indimenticabile, i magistrati che si muovo per la questione dell’inchiesta sulla presunta “Lobby Nera” di Fratelli d’Italia e poi i risultati elettorali con la destra che perde tutte le grandi città, tutte al primo turno e va al ballottaggio a Roma (con un candidato che non voterei nemmeno sotto tortura) e Torino. C’è da essere nervosi.

Ma in politica il troppo nervosismo fa la bua, cioè fa malissimo. Perché si sbagliano i conti. Come ha fatto Salvini che ha detto ai suoi di disertare il Consiglio dei Ministri pensando di pestare i piedi, ma Draghi se n’è fregato andando avanti senza la Lega (i cui voti non sono determinanti, perché la maggioranza c’è anche senza quei voti) e i rimbrotti poco convinti dei governatori sono sembrati più di facciata che veri e propri rimbrotti.

Poi c’è Meloni che va in passerella su tutti i programmi possibili, primo tra tutti Bruno Vespa che ha finalmente un nuovo idolo televisivo, ma che non cambia le carte in tavola: i candidati della destra sono invotabili non perché di destra, ma perché chiaramente incapaci e messi lì per pilotarli meglio. Avendo un obbiettivo verso i quali pilotarli.

La sensazione, e ce l’hanno anche loro, è che gli Italiani nel giochino del potere per il potere non ci caschino più e quelle destre lì, le destre di Meloni, Salvini, Spirlì o degli impreparati, quella incazzereccia che si innervosisce per un nonnulla e vorrebe fare stare zitta la gente, mica per amore alla dittatura, proprio così per istinto, vince per ora solo in Calabria, dove stavano anche prima senza clamorosi successi e con un’astensione del 56%, astensione che li favorisce. Quindi è meglio non parlarne.

Questa destra è geneticamente così, presa tra ribellioni e le sgridate di papa ai figlioli scapestrati, proprio come la vedete.

 

(7 ottobre 2021)

©gaiaitalia.com 2021 – diritti riservati, riproduzione vietata

 





 

 

 

 



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