di Massimo Mastruzzo*, #politica
Dunque, un breve elenco:
- a Bologna ci sono binari sotterranei e treni ad alta velocità che arrivano e partono ogni mezz’ora;
- a Matera non ci sono nemmeno i treni.
- A Reggio Emilia ci sono 66 asili nido;
- a Reggio Calabria, stesso numero di abitanti, 3 asili nido.
Questa estremità di diritti dovrebbe essere ridotta dal PNRR (è proprio per la sua estensione che l’Italia ha ricevuto la fetta più grande dei fondi del PNRR). Il condizionale purtroppo è d’obbligo perché dai primi segnali che arrivano dal governo sembra (a pensar male si fa peccato spesso ci si indovina) quasi che governo voglia portare il suo Sud al definitivo fallimento.
Il 60% degli esperti per progetti PNRR vanno ai Comuni del Nord
Per ottenere i fondi del PNRR il governo (vedi Dpcm) distribuirà mille esperti multidisciplinari previsti dal decreto Reclutamento (Dl 80/2021) per supportare gli enti locali nella gestione delle procedure complesse: il 60% degli esperti finisce al Nord.
Agli enti locali sono destinati 320 milioni e questo governo ha pensato di assegnare queste risorse in base a un doppio criterio:
Il 20%, 64,06 milioni per 200 posti, saranno distribuiti in base a una quota fissa, uguale per tutte le Regioni.
Il restante 80% (256,24 milioni per 800 posti) saranno assegnati in base alla popolazione (la famosa quota variabile), con un parametro, quello demografico, che favorisce gli enti del Centro Nord, a cui finirebbe il 60% delle risorse.
Da questo si può facilmente evincere che la quota destinata al territorio nazionale economicamente più in difficoltà, al Sud, si ridurrà ulteriormente perché i progetti per essere approvati devono, appunto, essere fatti da esperti multidisciplinari che però andranno per il 60% al Nord. Una metodologia di ripartizione che va in controtendenza rispetto alle indicazioni dell’UE che miravano invece alla maggior coesione sociale, in modo particolare proprio in Italia dove la disomogeneità Territoriale rappresenta nell’Unione europea un triste primato.
*Direttivo nazionale M24A-ET – Movimento per l’Equità Territoriale
(6 ottobre 2021)
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