di Giovanna Di Rosa, #lopinione
Dunque arrivò diretto il fuoco amico leghista ad impallinare Matteo Salvini sul Green pass sparato dai fucili della frangia dei presidenti di Regione e da quel Giorgetti che è il delfino di Salvini ed è dai tempi di Bettino Craxi che si dovrebbe avere capito che i delfini spesso si trasformano in orche.
Un Salvini depotenziato alla vigilia delle elezioni amministrative 2021 significa dare un segnale di sfiducia persino all’elettorato o essere certi che per l’ennesima volta il segretario-tribuno ha sbagliato la scelta dei candidati in nome del suo rimanere un uomo solo al comando. Luca Zaia non le aveva mandate a dire “La linea della Lega è quella dei governatori” aveva tuonato dando la linea della governabilità e in qualche modo mettendo in discussione quella agitatrice e populista della Lega di Salvini: perché non sarà mai detto con troppa enfasi che la Lega di Salvini e quelle di Zaia e Giorgetti (e Fredriga) non sono lo stesso partito, e non hanno gli stessi obiettivi
Ora toccherà aspettare un paio di fine settimana, arrivare più o meno al 10 ottobre, vedere come saranno andate le elezioni per le scelte di Salvini (già dato morto al primo turno a Bologna e Napoli, e per alcuni anche a Milano), capire cosa succederà a Roma dove il candidato di Salvini e Meloni diserta – con pieno diritto, evidentemente – gli incontri elettorali e lo spezzatino di Salvini è pronto e servito.
Poi c’è in giro una storiella di rogatoria dei PM milanesi in Russia per quei famosi milioni di euro apparentemente spariti nel nulla, una bruttissima storia dalla quale saggezza politica consiglierebbe di smarcarsi in fretta.
(16 settembre 2021)
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