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Meloni incontra Orbán sulla democrazia da mercato della frutta

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di Giovanna Di Rosa, #ilcommento

La politica internazionale ha registrato, un quarantott’ore fa, uno degli incontri che la politica italiana ricorderà a lungo: quello tra l’uomo che con le armi della democrazia ha scardinato la democrazia dopo essere stato democraticamente eletto dagli Ungheresi e la nuova salvatrice della patria, Meloni, che sta dove sta dal 2006 almeno, dopo essere stata ministra dal 2008 al 2011, e vende sul palcoscenico italiano la sua strategia della democrazia da mercato della frutta di seconda scelta.

L’incontro avveniva poche ore dopo la furiosa dichiarazione della Leader dei Duecento Decibel che se la prendeva con la sinistra tutta per un cartello idiota inneggiante a Piazzale Loreto sulla sede (ancora da aprire) di Fratelli d’Italia a Cesena. Questo mentre il deputato di Fratelli d’Italia vestito da nazista ad una festa è goliardia.

Meloni ed Orbán si sono incontrati durante qualche giorno di vacanza di quest’ultimo in Italia e ne hanno approfittato per ribadire la solita roba: le radici cristiane, la famiglia naturale, il no ai profughi afghani, che sarebbe anche bello sapere cosa si incontrano a fare se poi sono dichiarazioni già fatte e la solita storia.

E comincia a diventare stantìa la storia della leader tutta muscolarità e corde vocali, paonazza mentre accusa Conte disordinatamente, che critica tutto e non fa una proposta che sia una – come quando se la prendeva col Mes votato nel 2011 dal governo Berlusconi di cui lei faceva parte, o quando usa gli stessi argomenti di Salvini per attaccare il trattato di Dublino – ma quando il trattato di Dublino andava discusso Salvini non c’era. O quando minaccia mozioni di sfiducia a Lamorgese che non ha i numeri per far passare, nemmeno con gli alleati a giorni alterni, parliamo dei leghisti. O ancora, quando avvalla le candidature della destra sempre più destra nelle grandi città, abbozzando sulle improbabili scelte di Salvini già sconfitte prima di scendere in campo.

Sono grandi dichiarazioni sparate a tutto volume e slogan su dio, patria e famiglia (dimenticandosi delle famiglie di fatto, che avrebbe buone ragioni per ricordare) utili ad erodere intenzioni di voto e primeggiare nei sondaggi. E una cosa sono i sondaggi, un’altra i voti reali.

 

(30 agosto 2021)

©gaiaitalia.com 2021 – diritti riservati, riproduzione vietata

 





 

 

 

 

 

 

 

 

 



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