di Giovanna Di Rosa, #Politica
La posizione politica del nostro quotidiano è nota, e non l’abbiamo mai nascosta; è altrettanto noto che qui non si censura nessuno e che ognuno dei collaboratori scrive come la pensa, dentro il rigoroso recinto del rispetto per l’altro. E’ nota anche la linea del quotidiano la cui prima pagina riportiamo in alto che, in occasione dell’attacco a Conte, ha superato se stesso.
Il nostro Giancarlo Grassi nei giorni scorsi ha scritto un pezzo su un Giuseppe Conte confuso e necessitato di traduzione simultanea per un suo presunto endorsement ai Talebani, la cui ironia trovavo fuori luogo perché era evidente che Conte stava parlando della necessità di ritrovare un clima di distensione in un mondo che fa la guerra delirando di pace e lanciando bombe. Parole sbagliate in un contesto internazionale dove non si usa mai la parola distensione nel mezzo di una crisi. Un errore. Un’ingenuità.
Mi tocca scrivere, è necessario visto il clima che si respira, che sono lontana anni luce dalle idee politiche del M5S e di Conte e che trovo quelle che loro chiamano posizioni di politica estera immature, raffazzonate, frutto di incultura, anti-americanismo da piazza di mercato il martedì mattina, imbarazzanti per un paese democratico, troppo vicine a paesi governate da regimi liberticidi come Cina e Russia; in ultima analisi: pericolose. Chiarisco che M5S e Conte non avranno mai il mio voto, mio voto che non è mai frutto dell’aderenza acritica ad un partito-pensiero, ma sempre il più possibile pragmatico, in linea cioè con ciò che ritengo essere l’interesse del paese in quel momento. Chiarisco inoltre che in questo momento sono principalmente tre le figure politiche cui guardo con interesse, molto distinte per estrazioni e strategia, ma unite nell’intelligenza dell’azione e nella chiarezza degli obbiettivi: quelle tre figure sono Elly Schlein, Stefano Bonaccini e Carlo Calenda.
Lo scrivo perché purtroppo in questo paese partono gli insulti e le risposte prima di avere letto, e purtroppo sempre più raramente capito, ciò che si ha sotto gli occhi e per spiegare che non è con spirito di endorsement nei confronti di Conte che scrivo queste righe.
Le scrivo perché è inaccettabile che in un paese civile si permetta che un quotidiano titoli “L’Avvocato dei tagliagole. Conte sta con i talebani” come un noto quotidiano ha fatto nella giornata di ieri. E’ inaccettabile. Per la civiltà, per la società, per la politica, per l’editoria. Non so se sia legittimo, e se lo è è ancora più vergognoso. Decontestualizzare una frase, buttarla lì e trarre una conclusione atta a distruggere un nemico anziché civilmente ricordare ad un avversario politico che quando si parla di politica estera, e di situazione delicatissime come quella in Afghanistan, bisogna misurare le parole e possibilmente dire quelle giuste.
Crediamo che questo clima avvelenato da certa stampa che invece della critica costruttiva usa la demolizione sistematica dell’avversario, bombardandolo come un campo nemico, spesso con definizioni che oltrepassano di gran lunga i limiti della decenza oltre che stravolgere completamente i fatti, debba cambiare e cambiare in fretta. La critica mordace e possibilmente informata è un’arte, descrivere un mondo che non c’è per odio o avversione personale o per una copia in più è sciacallaggio politico.
(21 agosto 2021)
©gaiaitalia.com 2021 – diritti riservati, riproduzione vietata
Iscrivetevi alla nostra newsletter (saremo molto rispettosi, non più di due invii al mese)