di Giovanna Di Rosa, #politica
A volte ragionano. Tocca vedere quanto dura. Colpisce, senza dubbio, l’osservazione di Enrico Letta sugli accadimenti afghani, che esce dal coro delle stupidaggini italiane, della pressione sulle vie balcaniche (chiuse da due anni), dalle spiagge pugliesi, da tutto ciò che – in queste ultime ore – ha fatto un po’ schifo. Per firlo in francese che è lingua maneggiata egregiamente anche da Letta.
E ha fatto bene il segretario del PD a parlare di “fuga caotica dell’Occidente da Kabul ” che “cancella anche quanto di buono è stato fatto per la società afghana” dimenticando tuttavia che questo “buono fatto per la società afghana” è stato fatto esclusivamente da un punto di vista occidentale e non è detto che sia stata la cosa migliore per quella zona: non parliamo della questione diritti, ma dell’arrogante locuzione “esportazione della democrazia” che in qualche modo anche Letta contesta. Non è scoprire l’acqua calda pensare che sia anche giusto aiutare in qualunque modo possibile persone che sono state lasciate da un giorno all’altro preda di un regime per il quale aggettivi non ce ne sono e che non è mai stato sconfitto, ma solo tenuto sotto silenzio – chissà in cambio di cosa – per i vent’anni passati.
Senza avventurarsi in complicate questioni geopolitiche, qualcun altro ne scriverà meglio in altra sede; senza avventurarsi in facili descrizioni da bar su noiose questione oppiacee e sugli interessi di potenze destabilizzatrici che condividono un migliaio di chilometri di frontiera con l’Afghanistan, questioni che vanno lasciate agli esperti di geopolitica da social, non possiamo che plaudire al coraggio di Enrico Letta il quale, senza avventurarsi in spiegazioni facilone limitate all’uso elettorale, in una singola frase, riassume errori passati da non ripetere in futuro, aprendo una interessante discussione su un modus operandi da riscrivere.
Un segnale che insieme a quanto detto dal presidente del Consiglio Draghi in contrapposizione ai proclami salviniani ad uso sondaggi nella serata del 17 agosto, fa ben sperare. Perché a volte ragionano.
(18 agosto 2021)
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