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Li “aiutava a casa loro”, ma la rancorosa destra italiana lo sbranava lo stesso

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di Giovanna Di Rosa, #emergency

Gran brutta bestia l’invidia. E l’invidia eletta a lotta politica fa ancora più schifo. E non c’era granché da dire di fronte a un uomo che spiegava: “Mettete la foto di vostro figlio sulla faccia di un migrante su un barcone e allora capirete”. Perché non c’erano argomenti. I figli li amano tutti. Anche i tribuni populisti che praticano solo il rancore e propagandano l’invidia sociale perché non hanno argomenti. Mai. E per questo parlano tanto.

Il punto è che Gino Strada nella sua troppo breve vita ha fatto molto di più tacendo, di quanto non abbiano fatto le rancorose destre italiane sbraitando; e siccome queste destre non hanno valore alcuno, né politico né sociale nemmeno a volerlo aggiungere, lo sbranavano non appena ne intravvedevano la possibilità.

Per vivere l’esempio di questo perenne aizzare i cani contro Gino Strada praticato dalle nostre orribili destre non bisogna andare troppo lontano. Basta andare in Calabria dove Emergency era lì a fare ciò che la Sanità pubblica avrebbe dovuto fare. Sanità pubblica sulla quale il Facente Funzioni Spirlì, un pessimo esempio di politica così come è stato un teatrante non certo indimenticabile, non dice una parola. E non la dice “nell’unica Regione al mondo che destina il 70% del suo bilancio alla Sanità, con risultati fallimentari”. Parole di Gino Strada nel dicembre 2020 alle quale il Facente Funzioni riuscì solo a rispondere con un miagolio rancoroso: “Gino Strada alla sanità? Non ci servono medici missionari”.

Voleva ruggire come una tigre, il buon Spirlì, ma venne preso a schiaffi: “Fare il commissario non è il mio mestiere, servono altre professionalità. Se fosse arrivata una richiesta ufficiale, avrei rifiutato”, così rispose Gino Strada. Perché se ci sono conoscenza e professionalità si ha il pudore di sapere quale è il proprio posto, pudore che il facente Funzioni ci insegna non essere patrimonio di tutti, ma di pochissimi.

Così agitano il cuore dei poveracci i demoni del potere, della bramosia, della superbia e della pochezza intellettuale. Omuncoli da due soldi che non possono competere con i giganti che le cose le fanno e non ne parlano; perché ciò che si è fatto sta lì a parlare per conto di chi lo ha fatto; e quando si sa di avere dato aria ai denti e di non avere fatto nulla, non rimane altra scelta che screditare.

Oggi come ieri, ci sono poveracci senza una vita che pensano di viverne una, e anche interessante, che si scagliano contro Gino Strada da morto augurando la morte anche alla figlia e inventandosi bufale nuove, rinnovando quelle vecchie, già sbugiardate da anni.

Sembra essere il destino dei grandi uomini essere sbeffeggiati in vita da chi non riesce ad andare più in là del mangiare, dormire e defecare: funzione, quest’ultima, da taluni praticata con assiduità anche quando aprono bocca o pensano di scrivere.

La differenza tra coloro che sono già morti e questi che moriranno senza nemmeno avere capito perché hanno vissuto, sta proprio in ciò che hanno fatto in vita. E lì non c’è propaganda che tenga. Né bufale plausibili. Contano i fatti.

Lui “li aiutava a casa loro”. Sul serio. Ma la destra da social e da propaganda non perdeva occasione per sbranarlo lo stesso. Con eserciti di odiatori al seguito.

 

(14 agosto 2021)

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