di D.S. #Conte
Poco più di 53mila persone su poco più di 60mila che hanno votato corrispondenti a poco più della metà degli aventi diritto al voto in quanto iscritti al M5S, hanno detto “sì” al nuovo statuto del M5S. Lo chiamano, certe Pravda, “un plebiscito” [“questa plebaglia, questa plebaglia!!!” cit. Roberto De Simone, La Gatta Cenerentola]…
Così è andata la votazione del nuovo Statuto a firma Giuseppe Conte, con interventi di Luigi Di Maio ad uso pace interna, quel Giuseppe Conte che ora si appresta ad affrontare la seconda votazione, quella sul presidente del Movimento che si terrà sempre online, presumibilmente con la stessa oceanica partecipazione, dalle 10 di giovedì 5 agosto alle 22 di venerdì 6 agosto. Per evitare assembramenti online, diciamo.
Salvo sorprese, sempre all’ordine del giorno, la votazione incoronerà ufficialmente Giuseppe Conte leader del movimento 5 stelle che Conte stesso cercherà di trasformare in un partito con un senso e, a voler essere ottimisti, creare al suo interno fors’anche una cultura politica che eviti il governo con i neri e poi con i rosa in rapida sequenza.
L’abilità di Conte è fuori discussione, pur nelle sue non sempre comprese peculiari caratteristiche, se è riuscito a convincere eletti a 5Stelle e buona parte della rumorosissima ed incompetente base che la riforma Cartabia è in buona sostanza un leggero miglioramento [sic] della Bonafede.
E siccome a Conte piacciono le imprese impossibili magari regalerà anche qualche sorpresa piacevole alla politica italiana: la prima delle quali potrebbe essere quella di sollevare Luigi Di Maio dal pesante compito di ministro degli Esteri che ci sembra, per simili spalle, veramente troppo pesante.
(4 agosto 2021)
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