di Giovanna Di Rosa, #politica
Non per dirla con Renzi a tutti i costi, ma non lascia del tutto indifferenti il fatto che Landini stia usando nei confronti del Green Pass toni simili, e sottolineiamo toni, a quelli della brutta destra di Meloni. Per quanto riguarda il leader della CGIL, primo sindacato dell’Italia e fino a prova contrario sindacato rosso non nero, eravamo rimasti alla pessima figura da questi rimediata a Titolo V quando lasciò la diretta perché aveva trovato un contraddittorio che gli teneva testa.
Ma il Landini o del caratteraccio, il segretario del sindacato rosso che vive verde – vogliamo parlare di quanti voti gli iscritti alla CGIL danno alla Lega di Salvini, segretario? – ha deciso di dirigere le sue potenti corde vocali, spesso usate a sproposito – altro tratto in comune con Meloni – per prendersela con una proposta di Confindustria (venduta male e malissimo commentata) sul Green Pass: “Spero sia stato un colpo di caldo. In questo anno di pandemia i lavoratori sono sempre andati in fabbrica in sicurezza. Rispettando i protocolli e le norme di distanziamento. Non sono le aziende che devono stabilire chi entra e chi esce”.
Posto che Landini quando parla di qualcun altro con cui non è in accordo sembra sempre rivolgersi a un demente che gli ha pisciato sul tappeto del salotto buono, anche stavolta ha gridato a sproposito, come a Titolo V quando capì ciò che voleva dell’intelligente intervento di Michele Riondino, andandosene dalla diretta.
Il gentleman della comunicazione Landini è dunque intervenuto sulla questione ricordando che le decisioni sul Green Pass le prende il Governo e non Confindustria, dimenticandosi che proprio al governo Confindustria aveva indirizzato la sua proposta, e non alla CGIL essendoci, anche se sembra non esserci, una certa consapevolezza della necessità di collaborazione tra le varie forze sociali per uscire dall’incubo nel quale ci ha sprofondati la pandemia. Chi continua a gridare è Landini pensando che serva, esattamente come grida Meloni, ma a lei serve. Per ora.
Noi non siamo dalla parte di chi suggerisce l’uso di bombe ad orologeria per far saltare in aria i patti sociali, e l’attuale presidente di Confindustria non è meno fumantino nelle idee di Landini, ma grida meno: fatto che in un mondo di urlatori non lascia indifferenti nemmeno i portatori di apparecchi acustici.
Ad una volpe come Matteo Renzi la comunanza di grida tra Landini e Meloni non poteva sfuggire: “Sono uno di quelli che direbbe green pass e vaccino obbligatorio per sanitari e insegnanti” argomento sul quale Landini e Meloni furbescamente tengono la bocca chiusa. Continua poi Renzi “la sintonia tra Meloni e Landini mi ha colpito particolarmente”, perché l’affermazione landiana “Renzi peggio di Berlusconi”, è ancora lì che brucia.
Evviva la politica delle grida inconsulte? Pare che piaccia molto al leader del sindacato rosso con tessere verdi.
(24 luglio 2021)
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