di Vittorio Lussana, #Giustappunto
Per riuscire a tornare a una vita normale e impedire al Covid 19 di circolare, soprattutto in questa fase caratterizzata dalla variante delta, è ormai necessario imporre, temporaneamente e fatte salve alcune situazioni soggettive particolari, l’obbligo di vaccinazione. Lo affermiamo subito, senza se e senza ma. E rivolgiamo tale richiesta sia a Giorgia Meloni, sia a Matteo Salvini, che nel loro propagandismo statico non hanno capito (come al solito…), che la situazione è nuovamente cambiata. E che sì, noi siamo orwelliani e persone raggelanti, i quali rischierebbero qualsiasi cosa pur di salvare la vita ad altri esseri umani.
Non c’è altra soluzione, ci dispiace: con una variante così veloce e contagiosa è necessario fare un piccolo sacrificio e rinunciare alle ideologie soppalcate. Inoltre, in questa fase, ristoratori e titolari di attività commerciali stanno passando la frontiera della critica chiusurista, al fine di tornare a braccetto con la scienza. Perché la congiuntura è cambiata: per evitare nuove chiusure è necessario vaccinarsi. E ne ribadiamo il motivo: con un virus così contagioso, la cosiddetta immunità di gruppo si allontana, arrivando a percentuali assai vicine al 95% della popolazione. Una quota che, senza un provvedimento decisionista, non potremo raggiungere mai.
C’è anche un terzo punto che, invece, intendiamo dedicare ai cari amici No vax: voi siete persone con serissimi problemi d’identità culturale che, in questa vicenda, hanno perso su tutta la linea. Siete gente settaria, mossa da un odio ideologico generato unicamente dalla vostra ignoranza, che per interi decenni vi ha condotti ad accusare di settarismo gli altri. Al Covid 19 bisogna per lo meno riconoscere questo merito: ha svelato chi, in questo Paese, da sempre risulta culturalmente immobile, monocorde, incapace di elasticità, poiché disposto, sulla base di princìpi totalmente antiscientifici, a mettere a rischio la vita degli altri pur di difendere le proprie astrazioni da dottor Stranamore. Ecco chi sono i veri orwelliani: i finti tutti d’un pezzo che, non appena volti loro le spalle, ti pugnalano alla schiena.
A cominciare da Giorgia Meloni, che alle elezioni amministrative romane di 5 anni fa, prima garantì l’appoggio ai candidati del centrodestra – Guido Bertolaso e, in seguito, Alfio Marchini – ma subito dopo si candidò alla carica di sindaco della capitale. Eccola qui, quella che oggi si lamenta perché Lega e Forza Italia hanno escluso il suo Partito dalle nomine in Rai. Chi di pugnale ferisce, di pugnale perisce, cara marxista di ritorno. E non si dica che non eravate stati avvertiti…
Queste destre sovraniste, che giudicano tutto e tutti come se vivessimo perennemente dentro a un aula di tribunale, ancora oggi composte da troppi neonazisti oltre che dai veri lanciatori di monetine davanti al Raphael, oggi si permettono di dispensare etichette nei confronti degli altri, dimenticando che lo scrittore e giornalista Eric Arthur Blair, alias George Orwell, prima di 1984 diede alle stampe un capolavoro come La fattoria degli animali, in cui spiegò metaforicamente, ma con grande efficacia, cosa non funzionasse nel socialismo coatto e totalitario dei sistemi comunisti. Pertanto, cara Giorgia Meloni, definire qualcuno orwelliano non soltanto è culturalmente impreciso, ma può persino corrispondere a un titolo di vanto.
Ebbene, sì: siamo orwelliani. E adesso chiediamo l’obbligo di vaccinazione per legge. E non ce ne importa nulla se la cosa costerà voti e consensi: è più importante che gli italiani capiscano qual è la vera differenza tra sinistra italiana e gente di destra, dato che si tratta di una distinzione che esiste ancora. Un uomo di sinistra è disposto a rischiare l’impopolarità, pur di salvare la vita degli altri. Anche se laico, ateo, agnostico o irreligioso. Perché a sinistra ci sono credenti, non credenti e indifferenti alla religione. Ma si tratta di un’indifferenza nei confronti di Dio, non nei riguardi dell’uomo.
La libertà di poter contagiare gli altri non è una libertà, ma un’emerita idiozia: solo dei sottosviluppati mentali che ragionano a segmenti non riescono a comprendere che ci sono cose ben più importanti della mera ricerca del consenso. Ci sono anche princìpi e valori, all’interno di una società. E le destre italiane non possono che prenderne atto, anziché continuare a dissimulare la propria profondissima crisi d’identità.
(16 luglio 2021)
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