di Paolo M. Minciotti, #DdlZan
L’Aula del Senato ha respinto la proposta di sospensiva al Ddl Zan contro l’omotransfobia per un solo voto: 136 sì e 135 no. Le questioni sospensive erano state presentate da Forza Italia e Lega. E Salvini, che ha perso la prima battaglia proprio per le assenze dei suoi, minaccia: “Se Letta e il Pd insistono a non voler ascoltare, dialogare e trovare una soluzione, la legge è morta” è stata la boutade a margine del voto, commentando la sconfitta di strettissima misura che dice “no” alla sospensiva presentata contro il ddl Zan.
Ci si chiede come è possibile essere a questo punto dopo più di un anno di discussione all’interno della quale sono state accettati anche emendamenti leghisti, pare gli stessi che oggi Salvini contesta, e non si può nemmeno più incolpare l’estate del Papeete quando ancora la conversione draghiana non c’era stata. Anche Renzi dice la sua, ma ha più classe: “Se a voto palese il risultato è stato questo, immaginate cosa sarebbe successo a scrutinio segreto”. Intanto lui in Senato non c’era. Era a Firenze a presentare il suo ultimo libro. Indimenticabile, immaginiamo, come quella sua trasmissione televisiva.
L’estrema destra che firma i manifesti di Orbán e cita a sproposito Orwell è furiosa: “Senza le assenze avremmo la sospensiva”, ma le assenze c’erano. E se mia nonna avesse avuto le ruote sarebbe stata una Jaguar. Poi arriva la scelta di Monica Cirinnà che, da leonessa dei diritti quale è, racconta cos’è l’opposizione alla legge che dice una cosa e ne intende un’altra.
Ecco il video del mio intervento sul #ddlZan. Ringrazio la Presidenza per avermi concesso il tempo necessario a fare chiarezza e condividere la grande emozione nell’iniziare, per @pdnetwork, la discussione di un ddl che parla alla vita di tante persone. https://t.co/SPVmHPZ01L
— Monica Cirinnà (@MonicaCirinna) July 14, 2021
(14 luglio 2021)
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