di Daniele Santi, #Politica
Sempre parco di espressione colorite, piomba a Roma il Grillo Furioso per la gioia della Pravda di Travaglio e dice a modo suo che i giochi sono quasi fatti, raccontando per filo e per segno, nascondendo i particolari indecenti, di avere “visto i parlamentari, prima i deputati e poi i senatori” ed avere spiegato “personalmente a loro a che punto sono le trattative con il leader in pectore per la fondazione del Neo Movimento”. Che non è il Movimento Matrix.
Si può anche pensare che il M5S sia il nulla, ma ha trovato il consenso del 32,5% degli Italiani, e questo non si può né ignorare né liquidare chi ha votato il Movimento, di essere completamente scemo, come per troppo tempo si è fatto, così toccava al Fondatore riprendersi la scena e parlare con chi rappresenta il M5S in Parlamento. Grillo ha così trasmesso con umanissimo stile e attraverso le peculiarità che gli sono proprie, che “i segnali di una mediazione possibile all’orizzonte ci sono” e che è “sempre lui a tirare le fila”; come spiega Travaglio, quando Grillo “ha affidato all’avvocato la difficile rifondazione del M5s, non era un’offerta a carta bianca e ora (Grillo) intende avere l’ultima parola”. E’ sempre la Pravda del Marco nazionale a scrivere che “l’ex premier non può muoversi come unico leader e il Movimento non potrà mai essere imbrigliato in regole rigide che non contemplino il potere del garante”. Punto. E poi c’ha tenuto a ribadire, il Grillo Furioso, e in quella sede è stata una doccia fredda, “sono un garante non un coglione” diretto a chi pensava di toglierselo dai piedi.
Poi il nuovo logo con la dicitura 2050 con la garanzia che “in pochi giorni” sarà pronto il nuovo statuto. Si chiama propaganda e serve anche quella.
Poi c’è il punto di vista di Giuseppe Conte, ed è sempre la Pravda di Travaglio a descriverne l’andazzo in pochissime parole “La rifondazione è (quasi) affondata. Travolta dal Garante che ai parlamentari doveva parlare di pace e invece ha seminato guerra”. Dunque le cose non vanno benissimo e sbugiardano quel Di Maio che dice che andrà tutto bene perché i numerosissimi contiani la pensano diversamente: per loro le cose vanno “Malissimo”. E toccherà trovare altre vie. Stavolta il Vaffa il Grillo Furioso se l’è dato da solo e Conte potrebbe trovare altri contiani pronti a seguirlo. C’è fame di poltrone con la riforma dei parlamentari (anche lì staremo a vedere cosa succede), Conte vale un sacco di punti percentuali nelle intenzioni di voto.
(25 giugno 2021)
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