di Vittorio Lussana #Giustappunto
“Fidati del vento, ma non fidarti di chi parla lento”, recita un vecchio adagio. E adesso, comprendiamo bene perché: il nostro avvocato Amara, l’uomo più indecifrabile del foro di Roma, a quanto pare sarebbe al centro di una serie di scambi di favori, che comprenderebbero anche alcuni procedimenti relativi all’ex Ilva di Taranto. E infatti, anche l’ex procuratore del capoluogo pugliese, Carlo Maria Capristo, risulta anch’esso indagato e agli arresti su richiesta dei magistrati di Potenza.
Già era discutibile che un personaggio del genere finisse in televisione come “l’uomo che sta facendo tremare i palazzi del potere”, poiché un’intera puntata tv dedicata a un faccendiere del genere è un po’ come intervistare il toro in un’inchiesta sulle corride iberiche. Oltre a ciò, la vicenda di Amara e ‘compagnia cantante’ rende bene l’idea di come il nostro ‘generalismo televisivo’ abbia sostanzialmente distrutto questo Paese in ogni suo ambito e professione, stabilendo scientemente che certa gente abbia sempre il proprio momento di gloria, mentre chi dovrebbe essere premiato veramente, finisce nel dimenticatoio.
Certo, bisogna essere garantisti: anche questo è vero. Bisogna attendere che i fatti vengano accertati, come al solito. Ciò non toglie che questo Paese abbia ormai dei problemi evidenti, se proprio non riesce a fare a meno di mandare avanti gente del genere. Ma lasciamo perdere: siamo anche in un Paese in cui non si può discutere di giornalismo televisivo senza essere accusati di chissà quali invidie.
Ricordiamolo questo: siccome qui da noi la gente non capisce un cavolo, meglio limitarsi a tirare un sospiro di sollievo se viene arrestato un avvocato corrotto che, quando apre bocca, non si capisce mai dove voglia o non voglia andare a parare. E adesso sappiamo perché: la sua tendenza ai giri di valzer allude senza mai connotare. Dunque, sostanzialmente a nascondere. Adesso, vedremo cosa salterà fuori.
L’ambito dell’inchiesta, oltretutto, riguarda più indagini: il ‘sistema Trani’; la già citata ex Ilva di Taranto, la cui proprietà proviene da una serie di condanne pesantissime; una serie di altri reati accessori, per gente che proprio non ama farsi mancare qualcosa. Staremo a vedere come va a finire. Quel che appare evidente è che, con gente del genere in circolazione, cominciamo veramente a pensare che l’Italia non sia più un Paese vivibile, soprattutto per le generazioni più giovani.
Qui da noi, dominano soltanto ‘mafiette’ e conventicole. Almeno fin quando non vengono colte con le ‘mani nel sacco’. Ma che brave persone…
(8 giugno 2021)
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