di Giovanna Di Rosa, #Politica
Mancava la dichiarazione quotidiana di Pillon che sostituito dai francesi nei deliri anti-Maneskin – bacio tra maschi in scena, orrore! – ha trovato comunque modo di dare lustro all’umana tolleranza, prendendosela con l’Università di Bari che ha deciso di abbassare le tasse alle studentesse.
Secondo Pillon coloro che hanno preso tale decisione sono complici dei cultori del gender perché “Le femmine? Hanno maggiore propensione per le materie legate all’accudimento”. Lo scrive con un arzigogolato ragionamento – scritto con una certa arguta leggerezza – teso a nascondere il suo sessismo e una predisposizione ad una visione familista e maschilista del ruolo femminile. E’ del resto lo stesso Pillon ad affermare che è “naturale che le ragazze siano portate verso alcune professioni e i ragazzi verso altre” un po’ come dire che il rosso è rosso e il verde è verde, CGIL permettendo, aggiungendo poi l‘esponente leghista che l’imposizione “ai maschi di pagare più delle femmine per orientare la libera scelta di un percorso universitario è un modo di fare ideologico, finalizzato a manipolare le persone e la società”.
Poi l’affondo terribilmente omofobo e sessista: “La cosa divertente è che proprio sulla base della stessa ideologia Gender, orgogliosamente propugnata dal DDL Zan, agli studenti maschi basterà autopercepirsi come femmine per i pochi minuti necessari all’atto dell’iscrizione per poter beneficiare legalmente dello sconto…” che più che chiarire quali sono le ragioni per cui questa destra non vuole a nessun costo che il Ddl Zan venga approvato, si commenta da sé.
(26 maggio 2021)
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