di Daniele Santi, #Politica
Si susseguono i giudizi su questa destra impresentabile che continua ad ammorbare la politica italiana da un trentennio presentando sempre gli stessi messaggi infarciti di intolleranza, razzismo, misoginia, conservatorismo, affarismo poco chiaro, conditi di un’intolleranza non più sopportabile in un paese civile, di un’arroganza ed una prosopopea senza fine, mescolate ad incapacità ed alla nota malattia conosciuta come annuncite.
L’annuncite è una malattia incurabile che ha ammazzato il miracolo italiano di berlusconiana memoria, sfornato a suon di televisioni e concentrazione di mass-media per creduloni da televisioni e titoli roboanti, e che il grande capo ha poi trasmesso, come si trasmettono certe malattie ereditarie, anche ai suoi figliocci politici: Salvini e Meloni in testa, legittimi eredi della destra illiberale ed impresentabile che si contende il consenso nei sondaggi e, quando è al governo, o si affoga al Papeete o si annega nello spread a 522,11.
Cosa manca a questa malattia della destra illiberale e riesumata da Berlusconi negli anni ’90 al grido di un milione di posti di lavoro (poi furono milioni i posti di lavori, ma furono milioni di lavoro persi, e la Lega e Meloni erano già lì, lei fiera ministra della Gioventù – senza portafoglio, poi negazionista di se stessa)? Poco, a parte il pudore, prima di tutto, e il coraggio di dire agli Italiani che a loro dell’Italia non frega un accidente, ciò che vogliono è il potere e la realizzazione del loro ideale di democrazia illiberale grazie ad elezioni democratiche, perché le libertà si scardinano sempre dall’interno, come insegnano Ungheria, Polonia, Erdogan e Putin. E secoli di storia e decenni di giornali asserviti.
Cosa manca a questa Italia che subisce l’ambigua fascinazione delle grida di questa destra che dice una cosa che non farà mai? Non certamente la tendenza ad ascoltare chi grida più forte. Ciò che manca è una destra liberale, di stampo europeo, quella alla Macron, quella alla CDU merkeliana: quella leader che disse, ad esempio, “Sui matrimoni egualitari lasciamo libertà di opinione”, alla faccia del serrate le fila sul nulla della propaganda melon-salviniana e delle preghiere affinché questo o quel santo intercedano contro la felicità delle persone che si oppone, ciecamente ed insensatamente, al Ddl Zan perché in fondo si oppone ala Legge Mancino, l’omofobia è una scusa.
Per dirla con il nostro Vittorio Lussana c’è una destra in questo paese che intende “rimanere ferma sugli schematismi del passato, spesso quello più remoto”. E c’è un popolo che la segue, che di quel passato che nemmeno ha conosciuto se non attraverso le fake news propagandistiche sul web, ha fatto un mito. Un sogno. Un incubo. Perché il sonno della ragione, e le baggianate di questa destra impresentabile, generano mostri.
(14 maggio 2021)
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