di Daniele Santi, #Politica
Beppe Grillo si è ripresentato ad una assemblea congiunta del M5S dopo molto tempo. Presenti, congiuntamente, tutti i parlamentari M5s insieme al ministro Roberto Cingolani e ha dato una scossa al movimento tracciando l’orizzonte d’azione dei prossimi mesi di governo. Piaccia o no alla Casaleggio e a Rousseau è ancora lui che tienne il timone, lui ora insieme a Giuseppe Conte e non più con l’oscuro Casaleggio junior.
Grillo ha ribadito che bisogna portare avanti il progetto con il centrosinistra guardando al 2050, scrive Il Fatto Quotidiano, vera e propria Pravda non ufficiale del M5S, confermando la “regola dei due mandati” e suggerendo convintamente la necessità per il Movimento di cui è fondatore di un metissaggio culturale e politico per i componenti del M5S che devono tornare a parlare dei temi, perché sui temi “non c’è il copyright“.
Parole di elogio per Conte (“persona meravigliosa”) e per Draghi (“è uno che vede la povertà e sa di cosa parla, vede il futuro. E’ stato di parola su transizione ecologica e reddito di cittadinanza”) e blindatura della regola dei due mandati senza la quale non c’è Grillo (“Io resto se è un pilastro fisso”) e senza Grillo, pare di capire definitivamente una volta per tutte non c’è M5S che non può, evidentemente, essere una piattaforma del valore di 1milione 300mila euro stabilito a priori.
Poi ha chiuso sul reddito, che deve “diventare universale” in quella che ha definito, la “mia battaglia finale”.
(28 marzo 2021)
©gaiaitalia.com 2021 – diritti riservati, riproduzione vietata