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Dunque cerchiamo di capire quando Zingaretti smetterà di giocare alla “coalizioncina” coi grillini a pezzi

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di Daniele Santi, #Politica

La strategia di Nicola Zingaretti del non fare nulla per ottenere il massimo dal non fare nulla, durerà fino a quando? Mentre Grillo rilancia su Virginia Raggi per il secondo mandato, Zingaretti tace; mentre il PD perde colpi nei sondaggi – per quel che contano i sondaggi in questo momento – Zingaretti tace; mentre va in televisione a dire che il PD era caduto al 18% i sondaggi – per quel che contano i sondaggi – lo danno al 18% o lì attorno. E lui cosa fa? Niente. Giocherella alla coalizioncina con un M5S alla canna del gas che perde pezzi da tutte le parti e non sa come reagire.

foto: Dire.it

Insomma un capolavoro di inesistente strategia politica e di ricerca di alleanze finché durano. Un conservatorismo governista incomprensibile che dice soltanto agli elettori del PD, e solo a quelli che già votano PD, “state tranquilli che qui ci stiamo noi”, annegando nel mare magnum dell’impossibilità per incapacità, di inventarsi qualcosa per riuscire a coalizzare attorno al PD una vera e propria coalizione riformista come quella messa in piedi da Stefano Bonaccini in Emilia-Romagna insieme a quel fenomeno politico che si chiama Elly Schlein e che ha conquistato la vicepresidenza della Regione a suon di voti. E di idee.

Due scissioni, entrambe ingiustificate, in poco tempo non hanno fatto altro che immobilizzare un PD che sta sempre più a destra al centro della scena con l’unico colpo di scena, nel governo Draghi, di avere dato un ministero del Lavoro qualsiasi ad un Andrea Orlando la cui sola peculiare abilità è stata quella di dare risposte vuote di politica programmatica, ma piene di livoroso sarcasmo, ad ogni sua apparizione televisiva. Se lo volevano togliere dal partito potevano dimissionarlo, invece di piazzarlo al Governo.

Programmi? Nessuno. Idee? nessuna. Futuro? Questo sconosciuto. Congresso? Staremo a vedere. Dove vuole andare Zingaretti? Forse al cinema, ma sono chiusi. Si limita alla gestione ordinaria e disordinata della sua segreteria, con un partito che non decide nulla, né sulle elezioni locali né sulle alleanze nazionali, tenendo d’occhio i possibili alleati e basandosi su opportunistiche scelte che non portano a nulla.

 

(24 febbraio 2021)

©gaiaitalia.com 2021 – diritti riservati, riproduzione vietata

 





 

 

 

 

 

 




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