di Vittorio Lussana, #Giustappunto
Finalmente, abbiamo il nostro ‘New Government’, ragazzi. Trattasi di un esecutivo tutto ‘Sesso, Draghi e Rock’n roll’. Nel primo tempo, Vito Crimi, che si era fumato l’impossibile, nel divertimento generale dichiarava che Giuseppe Conte dovesse riottenere l’incarico di formare il nuovo Governo. Ma Platini/Mattarella è stato inamovibile: recuperato un pallone a centrocampo, ha subito lanciato Roberto Fico sulle fasce, nel tentativo esplorare la possibilità di ‘schiodare’ la partita dallo zero a zero. Niente da fare: i ‘renziani’ erano tutti a farsi il vaccino e non si decidevano a rientrare in campo. Pertanto, nell’arido deserto del Quirinale, si materializzava il miraggio delle elezioni anticipate.
Ma subito dopo, la vera ‘svolta’ della partita: sempre Platini/Mattarella, ormai assunto al ruolo di regista, sulla base di alcune constatazioni igienico-sanitarie convoca Mario Draghi al Quirinale. E di Giuseppe Conte non rimaneva che un qualche cosa. Ovvero, il nulla. E come un manifesto futurista o un quadro dadaista, andavano in onda le consultazioni con tanto di pecorella che brucava il prato ai piedi dell’acquedotto romano dell’imperatore Claudio e arpeggio di sottofondo.
Come da accordi sindacali, sono dunque cominciati gli incontri. E il nuovo chef, ‘Supermario’, presentava il suo menù. Come antipasto: un ‘soutè’ di ‘cozze’ freschissime, appena pescate dal gruppo misto; e un primo piatto composto da spaghetti di mare con tutti gli ingredienti: il paguro Fratoianni; la seppia Zingaretti; e persino il crostaceo Matteo Salvini, accompagnato da un ‘frittomisto’ di centrodestra.
Nel secondo tempo, il parco divertimenti di Palazzo Chigi riapriva i ‘battenti’. E tutti si sono ritrovati nell’area di rigore del Movimento 5 Stelle al fine di costruire un piccolo accampamento indiano e fumare il calumet della pace. Dopo la fumata della solidarietà, per sconfiggere la siccità del risultato la nuova squadra di governo ha improvvisata una danza della pioggia, provocando un diluvio universale di ‘neo-europeisti’: Giorgetti goal; Carfagna goal; Orlando goal.
Tre a zero e tutti al Governo. A parte Giorgia Meloni, che sotto a un diluvio di conversioni a ‘U’ e senza alcun ombrello ha retoricamente intonato: “Perché? Perché, la domenica mi lasciate sempre sola, per andare a vedere la partita di pallone? Perché, alla domenica, non portate pure a me”? Ovviamente, la risposta è insita nella domanda retorica: siete fuori dalla coppa Uefa, Giorgina cara.
Il resto è cronaca. Nel terzo tempo, i nostri eroi si sono riuniti da remoto e hanno fondato una nuova commissione parlamentare: quella dell’Unità nazionale dell’amore. E il cerchio si è chiuso con il nuovo Governo europeista, arricchito da conversioni improvvise e devozioni astratte. Matteo Salvini, per esempio, ha contrattato la figurina di Konrad Adenauer in cambio dello scudetto del Benelux, mentre Bagnai si sparava sul tablet un ‘classicone’ anni ’50: ‘Alcide De Gasperi e Luigi Einaudi alla conquista dell’Euratom’. Dopo il triplice fischio, si sono tutti sintonizzati sulla nuova serie televisiva di Netflix, dal titolo: ‘In Europa andai, dal parrucchiere ti portai, ma il taglio alla boscaiola della Ursula lo sconsiglierei’. Grazie a tutti e buon lavoro.
(19 febbraio 2021)
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