di Paolo M. Minciotti #LGBTI
Ha perso il posto perché ha pubblicato una foto su Instagram, o forse qualcuna in più, non che importi, con la maglietta dell’Atalanta e gli slip. Lei è un’allenatrice e, secondo il rombo di tuono del dirigente massimo della società giovanile, un’allenatrice “non può postare certe foto”. Non siamo sicuri abbia detto proprio “postare”. “Pubblicare” dev’essere stato quello il verbo. “Pubblicare”. La storia la racconta il Corriere, qui.
Sulla vicenda interviene Gaynet Roma, con il suo referente Rosario Coco: “Si tratta della stessa logica di chi ha licenziato l’insegnante torinese vittima di revenge porn. Esprimiamo piena solidarietà ad Alice Broccoli, allenatrice della ASD San Martino e San Leone in Roma, esonerata per una foto su Instagram giudicata ‘non consona’ al suo ruolo di educatrice della giovanile. L’allenatrice è vittima dello stesso maschilismo alla base dell’omotrasfobia, secondo il quale una donna, o chiunque sia considerato ‘femminile’, è in qualche modo inferiore. Lo ha dimostrato la squadra maschile dell’Atletico San Lorenzo, che si è fatta fotografare nella stessa posa di Alice proprio per mettere in risalto il paradosso: perché ciò che si considera lecito per gli atleti non lo è anche per le atlete? Il mondo dello sport – prosegue Coco – necessita di un lungo percorso di formazione su educazione sessuale, libertà del corpo, parità di genere, tematiche che vanno di pari passo con l’inclusione delle persone LGBTI e con la nuova strategia della Commissione Europea in merito. Gaynet Roma – conclude Coco – auspica un atto di scuse formale e un impegno concreto a favore dell’inclusione dello sport da parte della società sportiva, considerata anche l’importante mobilitazione dei colleghi e delle colleghe di Alice Broccoli, che si sono autosospese”.
(17 gennaio 2021)
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